Roma, il presidente grillino si dimette ma non molla il Coa: elezioni calde, l’avvocatura alla resa dei conti


Il suo ultimo anno di mandato da presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma più che all’insegna dell’unità è stato all’insegna della divisione. E delle polemiche. A creare il corto circuito più forte nel mondo delle toghe della Capitale è stata quella candidatura a senatore per il Movimento Cinque Stelle a cui non è seguita, come una parte della classe forense chiedeva, la rinuncia alla carica di presidente del Coa.

A distanza di nove mesi dalle polemiche che lo hanno investito e a meno di due mesi dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Roma (si vota dal 16 al 19 gennaio 2019), l’avvocato Mauro Vaglio decide di fare un mezzo passo indietro. Si dimette da presidente del Cos ma nei fatti non rinuncia alla possibilità di ‘vegliare’ sul nuovo Consiglio che verrà. Sì, perché le liste in campo sono due e una di queste porta fieramente il suo nome, benché egli a questa competizione non si ripresenterà.

Ma andiamo con ordine. Partiamo proprio dalle dimissioni, che sono arrivate quando ormai nessuno ci credeva più nonché in un momento in cui non fanno la differenza, considerato che il mandato del Coa, in sella dal 2014, è di fatto scaduto. Con un post su Facebook, unito ad un video, pubblicato nella giornata di venerdì, Mauro Vaglio ha annunciato le sue dimissioni e la sua volontà di non ricandidarsi, perché dice: «Anche noi siamo diversi anche in questo. Non siamo attaccati alle poltrone, pensiamo al bene di tutti. Pensiamo ad una politica forense che sia al servizio dei colleghi». Ma egli stesso assicura: «Non mi sto tirando indietro, sarò ancora più presente. Questa squadra porta avanti l’ideale che abbiamo sviluppato in questi anni». Facile, dunque, immaginare che in queste ultime settimane di competizione si ripresenteranno i mal di pancia che hanno caratterizzato l’ultimo anno di presidenza di Mauro Vaglio. Tutto è cominciato a fine gennaio quando Luigi Di Maio ha annunciato la candidatura di Mauro Vaglio al Senato nel collegio uninominale numero 3 (Roma Portuense). Nel giorno dell’investitura Vaglio ha poi annunciato la sua ‘investitura’ agli avvocati: per farlo ha inviato una formale lettera-mail a 25mila iscritti nell’albo cittadino, utilizzando l’indirizzo di posta elettronica che ciascun legale deve indicare al momento della sottoscrizione. E già qui in tanti si sono indignati, lamentando un uso improprio di dati che invece sono stati acquisiti per altri scopi. Poi è arrivata una seconda mail, molto più lunga e dettagliata, per spiegare i motivi della scelta di campo, con tanto di esaltazione delle qualità dei grillini («Non appartengono alla politica clientelare che ci ha sempre danneggiati; sono persone per bene e intellettualmente oneste; chi si schiera con loro viene messo da parte e perseguitato mediaticamente; hanno dimostrato le loro sincere intenzioni di giovare al Paese», era uno dei passaggi). Apriti cielo. Una parte dell’avvocatura si è subito ribellata, anche inaugurando una campagna social contro Vaglio. Primo ‘nodo’ della questione: alcuni hanno avvocato hanno contestato a Vaglio il non essersi dimesso prima della candidatura, sostenendo che lo schierarsi politicamente, conservando la carica di presidente del Coa, avrebbe rischiato di instillare il dubbio che «si è utilizzata la carica forense per ottenere la candidatura» e avrebbe anche rischiato di far   bollare l’intera avvocatura come vicina alle posizioni dei Cinque Stelle. Dunque, a Vaglio si chiedeva una scelta di «buon senso e di opportunità». Vaglio però non si è dimesso, né l’avrebbe fatto se fosse stato eletto senatore come egli stesso aveva pure tenuto a sottolineare (poi però lo scranno a Palazzo Madama non è arrivato), ignorando le polemiche interne all’avvocatura e pure gli attacchi politici arrivati da alcuni esponenti del Pd. Sono trascorsi 8 mesi da allora, e adesso Vaglio decide di fare un mezzo passo indietro. Dimissioni sulla carta ma di fatto iperpresenza nella nuova campagna elettorale: la lista che egli traina moralmente si chiama infatti «Con Mauro Vaglio. Al servizio dei colleghi». A fare da contro canto a questa lista ci sarà la squadra capitanata dall’avvocato Antonio Galletti (componente dell’Organismo congressuale forense),  che alle precedenti elezioni (quelle del 2014) faceva proprio parte della squadra di Mauro Vaglio, grazie al quale è diventato consigliere dell’ordine degli avvocati di Roma.

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lunedì, 3 Dicembre 2018 - 12:56
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