Camorra, inchiesta sui Vigilia e i Grimaldi: 52 indagati e 33 arresti, una donna era l’ambasciatrice del clan

carabinieri
di Federico Felici

Lo spaccio di sostanze stupefacenti. L’obbligo a chi voleva lavorare in autonomia di rifornirsi di droga dal ‘sistema’ e di versare una quota al clan. E poi le minacce, sfociate in estorsione, a quegli spacciatori che non volevano obbligo alcuno ma pensavano comunque di poter lavorare su un territorio controllato da un clan specifico. E, infine, le intimidazioni rivolte ai collaboratori di giustizia o ai loro parenti, affinché i pentiti facessero un passo indietro o si convincessero a raccontare storie piene zeppe di omissioni per non rovinare i malavitosi che contano.

Cinquantadue indagati, 33 arresti
Indagini nate dopo l’omicidio di Rosario Grimaldi
C’è tutto questo nell’inchiesta sulla camorra di Soccavo che nella notte tra ieri e stamattina è sfociata nell’esecuzione di 33 ordinanze di custodia cautelare, di cui 31 in carcere e due ai domiciliari. Il blitz è stato firmato dai carabinieri del comando provinciale di Napoli, che hanno condotto le indagini. Indagini fatte di intercettazioni, telefoniche e ambientali. Indagini puntellate dalle dichiarazioni dei pentiti. Due anni di storia criminale, che si snodano dal luglio del 2013 e arrivano sino alla fine del 2015. E’ in seguito all’omicidio di Rosario Grimaldi che il pubblico ministero antimafia Francesco De Falco apre un nuovo capitolo di inchiesta sulle cosche locali. Gli indagati complessivamente sono 52: nei confronti di 19 persone il giudice per le indagini preliminari Chiara Bardi del Tribunale di Napoli ha ritenuto di dover respingere la richiesta di arresto che pure era stata avanzata dalla procura.

I clan ‘rovinati’ dall’inchiesta:
Vigilia e Grimaldi, raffica di arresti
Sotto i riflettori della procura sono finiti due clan, i Vigilia e i Grimaldi. Non a caso un gruppo di indagati è chiamato oggi a rispondere del reato di associazione di stampo mafioso per aver fatto parte dei Grimaldi: tra questi c’è Ciro Grimaldi, indicato come il capo e promotore del sodalizio. Il reato è contestato in concorso con il ras Antonio Scognamillo meglio noto negli ambienti criminali come ‘Tonino ‘o parente’, con la moglie di questi Maria Grimaldi e con la loro figlia Immacolata, che furono già arresti per camorra qualche anno fa e che per questi fatti sono stati anche condannati. Tra gli indagati anche Salvatore Granillo, classe 1993, che deve rispondere pure del tentato omicidio di Salvatore Paolillo, risalente al 28 ottobre del 2013: Granillo si sarebbe attivato per acquisire informazioni utili a ‘stanare’ la vittima e a indicarne ai killer i suoi esatti spostamenti al fine di poter compiere l’azione omicidiaria.

Sul fronte dei Vigilia, invece, l’accusa di associazione di stampo mafioso è stata mossa a 13 indagati, tra i quali ci sono ben sei componenti della famiglia Vigilia. In particolare Alfredo Vigilia junior, figlio del boss Antonio (detenuto dal 2009), viene indicato nell’indagato come il capo del sodalizio. Tra gli arrestati anche una donna, Elena Bordino, alla quale era stato demandato il compito – secondo l’impostazione accusatoria – di fare da anello di collegamento tra i detenuti e gli affiliati in libertà.

Il business della droga condotto dai due clan
Reati di associazione mafiosa a parte, l’inchiesta verte principalmente sul sistema dello spaccio di droga gestito da entrambi sodalizi. E così ecco contestate agli indagati – a seconda delle posizioni – anche le accuse di traffico di sostanze stupefacenti e singoli episodi di smercio di droga. Sul fronte dei Vigilia, in particolare, gli inquirenti hanno rilevato il funzionamento dello spaccio: da un lato c’erano le classiche ‘piazze’, dall’altro c’erano pusher che distribuivano anche a domicilio notevoli quantità di cocaina e di confezioni di marijuana, hashish, skunk e amnesia (quest’ultima è il mix ottenuto dalla miscela di marijuana, metadone, eroina e altre sostanze chimiche che produce effetti psicotropi potenziati). Sul fronte dei Grimaldi, invece, gli inquirenti hanno rilevato come l’organizzazione si appoggiasse ad un gruppo che faceva capo a Cesare Mautone, gruppo che in particolare smerciava droga al rione Traiano: a questa micro-organizzazione viene contestata l’associazione finalizzata al traffico di droga con l’aggravante di aver favorito i Grimaldi. (Domani sull’edizione del quotidiano digitale, disponibile solo su abbonamento e consultabile da pc-tablet-cellulare, tutti gli approfondimenti sull’inchiesta. Per leggere i nostri approfondimenti basta abbonarsi – un mese costa solo 10 euro – accedendo alla sezione ‘Sfoglia il Quotidiano’)

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mercoledì, 12 Dicembre 2018 - 16:11
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