Ddl anticorruzione, il Governo brucia i franchi tiratori: posta la fiducia al Senato, indignazione dei penalisti

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Il tradimento dei franchi tiratori in occasione del voto alla Camera sul ‘ddl anticorruzione’ è una ferita ancora aperta. Soprattutto è ancora vivo il timore che al Senato, dove il ‘ddl anticorruzione’ deve approdare e dove la maggioranza intende intervenire per cancellare il ‘comma Vitiello’ inserito alla Camera e votato a larga maggioranza grazie ai ‘franchi tiratori’, si possa ripetere l’ennesimo scenario. Sono, infatti, arrivate 100 richieste di votazione con scrutinio segreto, il che consentirebbe anche ad esponenti della maggioranza di Governo – come accaduto alla Camera – di votare in controtendenza alle indicazioni di Lega e Cinque Stelle e di salvare quel ‘comma Vitiello’ che attenua le pene in materia di peculato.

E, allora, per evitare le trappole e rendere inoffensivi i ‘traditori’ il Governo porrà la questione di fiducia sul ‘Ddl anticorruzione’. La chiamata dei senatori per il voto di fiducia inizierà domani orientativamente attorno alle 10 e 45, secondo quanto comunicato all’Aula, dopo la conferenza dei capigruppo, dalla vice presidente del Senato Anna Rossomando.

Indignazione per la decisione del Governo di blindare la riforma è stata espressa dall’Unione delle Camere penali italiane: «La decisione del Governo Conte di porre la questione di fiducia in Senato sulla approvazione del ‘ddl anticorruzione ed anti-prescrizione è la indecente risposta che si è inteso dare alla unanime critica che l’intera comunità dei giuristi italiani ha saputo esprimere contro un provvedimento connotato da grossolani profili di incostituzionalità e di irrazionalità, con particolare riguardo alla norma che abroga la prescrizione dei reati dopo la pronunzia della sentenza di primo grado», si legge in una note. «Il bavaglio che oggi è stato imposto al Parlamento italiano è una vergogna senza plausibili giustificazioni. Da qui all’entrata in vigore di questa scandalosa riforma della prescrizione, prevista per il gennaio 2020, penalisti italiani moltiplicheranno il proprio impegno nella strenua difesa dei diritti della persona a non restare ostaggio senza limiti temporali della giustizia penale, a partire dalla manifestazione nazionale già convocata a Bari il prossimo 18 dicembre», conclude il presidente dell’Ucpi, Gian Domenico Caiazza.

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mercoledì, 12 Dicembre 2018 - 19:35
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