Se l’inchiesta sui clan pesa sulla politica,
il sindaco valuta il rimpasto di giunta
Aria pesante a Castellammare

Il Comune di Castellammare di Stabia
di Daniele Di Martino

«D’ora in poi alzare la mano in consiglio comunale peserà come un macigno». E’ un sentire comune a Castellammare. L’operazione ‘Olimpo’, scattata lo scorso 5 dicembre con 13 arresti eccellenti, ha scoperchiato il vaso di Pandora mettendo a nudo i rapporti tra camorra e imprenditoria. Ma sono soprattutto le dichiarazioni dei pentiti testimoniano la presenza di colletti bianchi pronti a stringere patti con la malavita, con l’inevitabile accostamento alla politica. Tutto questo rende il clima natalizio meno sereno negli ambienti politici stabiesi.

A Palazzo Farnese non si parla d’altro e al primo banco di prova non è passato inosservato il flop della maggioranza del sindaco Gaetano Cimmino, a testimonianza di un momento particolarmente difficile.

Il primo cittadino parla di contrattempi che avrebbero impedito a una decina di consiglieri comunali di rispondere alla seconda “chiama” del consiglio comunale convocato per la variazione di bilancio per coprire gli eventi natalizi. Ma in realtà la voglia di andare in aula in questo momento è davvero poca, come è poca la voglia di assumersi responsabilità in questo clima di terrore generale. Appunto, un’alzata di mano in aula pesa non poco. Soprattutto alla luce delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sui colletti bianchi e in particolare su un politico, un ex consigliere comunale, ricandidato alle ultime elezioni ma non eletto. L’opposizione di centrosinistra (Pd e Liberi e Uguali) non usa mezze misure per descrivere il momento di “terrore” che sta vivendo il centrodestra stabiese: «La maggioranza non ha retto alle fibrillazioni di questi giorni. In una fase delicata per la città, dopo gli arresti della operazione “Olimpo”, ci saremmo aspettati una reazione all’altezza della delicatezza delle questioni all’ordine del giorno. Invece siamo innanzi a superficialità ed approssimazione. La Città non merita questo. Il sindaco deve avviare subito una riflessione sull’azione da mettere in campo. In questo modo rischia solo di mandare allo sbando la città», si legge in una nota congiunta.

In effetti anche in maggioranza, oltre alle preoccupazioni per le inchieste in corso, già si inizia a ragionare su una verifica politica. La giunta tecnica, almeno in parte, non soddisfa le esigenze dei partiti di centrodestra. Così si inizia a parlare già di rimpasto, a meno di sei mesi dalla nomina della prima giunta. Soprattutto in vista del bilancio di previsione in programma per il mese di marzo, quando la maggioranza di centrodestra si ritroverà di fronte al primo banco di prova politico. A Palazzo Farnese sono sicuri che per cambiare passo ci sia bisogno di almeno due, forse tre cambi in giunta. La principale indiziata a lasciare la squadra di Governo è Diana Casosella, professoressa e figlia del più noto preside Carosella, attuale assessore alla scuola. Per molti della maggioranza risulta “non pervenuta” e quindi non è da confermare. Un altro che rischia è Lello Radice, ritenuto più uomo spettacolo di Palazzo Farnese che vicesindaco. Qualcuno proporrebbe un ruolo diverso l’attore in modo da liberare la casella di numero due e destinarla ai partiti. In effetti c’è proprio Forza Italia che scalpita in questo scenario. E forse anche un terzo assessore rischierebbe la poltrona. Ma il tutto sembra comunque legato agli sviluppi dell’inchiesta.

In effetti  una parte del centrodestra vorrebbe scrollarsi di dosso l’etichetta di un’amministrazione sponsorizzata dalla famiglia Greco, il cui capostipite Adolfo è finito al centro della maxi-inchiesta Olimpo, essendo destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Il momento è difficile e tutte le attenzioni sono rivolte alle prossime mosse della politica. Anche perché i condizionamenti esterni denunciati in passato potrebbero finire nei prossimi filoni d’inchiesta.

Del resto quelle pressioni di una parte dell’imprenditoria, ritenuta malata dagli inquirenti, l’aveva denunciata anche l’ex sindaco Antonio Pannullo prima e dopo essere sfiduciato da una parte della sua maggioranza. Dichiarazioni che rese pubblicamente e nel dettaglio davanti ai pm della Dda di Napoli, nonché contenute in un verbale secretato dalla commissione antimafia. Castellammare è una polveriera.

Leggi anche: 
Inchiesta a Castellammare | Assunzioni fittizie, la cresta sui fitti e vendite non fatturate: così Greco accumulò il tesoro trovato nel muro
– Formiche in ospedale, manager dell’Asl presenta esposto ai carabinieri: «strano che la problematica si sia ripetuta»
– Mistero ad Acerra, uomo centrato alla gamba da colpi d’arma da fuoco
– Castellammare, lo Stato risponde ai clan: maxi-blitz nel rione del falò contro i pentiti
– Di cosa parliamo oggi nel quotidiano digitale | Sabato 22 dicembre 2018

sabato, 22 Dicembre 2018 - 18:47
© RIPRODUZIONE RISERVATA