Trapianto rene da padre a figlia, prima volta in Campania da 13 anni

sanità

Trapianto di rene da vivente tra padre e figlia a Napoli. Un intervento di questo tipo non si programmava dal 2003 e sempre nel policlinico dell’ateneo Federico II di Napoli. Il donatore è un uomo di 56 anni di Portici (Napoli), la ricevente è la figlia. Marianna M., ha 26 anni, ma aveva dovuto drasticamente ridimensionare sogni e ambizioni perché le hanno diagnosticato insufficienza renale cronica, combattuta con la terapia medica e il rispetto di stretti regimi di vita. La scorsa estate è entrata in quella fase della malattia che conduce inevitabilmente alla dialisi salvo che non si riesca prima ad accedere al trapianto. Luigi M., 56 anni, padre della ragazza, si informa e scopre che è possibile realizzare un trapianto di rene da donatore vivente e che se il trapianto viene effettuato prima che il malato entri in dialisi si possono ottenere migliori risultati in termini di sopravvivenza e qualità di vita. Michele Santangelo direttore della UOC di Chirurgia Generale e dei Trapianti di Rene del policlinico Federico II si è reso disponibile all’intervento, anche perché sta riorganizzando l’attività di trapianti da vivente presso la Federico II con metodiche più moderne che offrono maggiori vantaggi e garanzie al donatore. Lo scorso 13 dicembre, al padre il prelievo dell’organo è stato effettuato con tecnica totalmente laparoscopica, ed è stato rapidamente dimesso in perfetta forma. Alla figlia, che è in buone condizioni, il trapianto da vivente ha consentito di rientrare in quel fortunato gruppo di pazienti, definito “pre-emptive”, che possono cioè giovarsi di ricevere un rene prima dell’entrata in dialisi.

«Il trapianto da vivente è una procedura che esiste da tempo, ma l’ultimo eseguito alla Federico II e in Campania risale al 2003. Poi, purtroppo, problematiche di ordine organizzativo e legate al mancato rinnovo dell’autorizzazione hanno costretto alla sua sospensione. Oggi, grazie a una minuziosa organizzazione, ad una perfetta integrazione tra le diverse competenze chiamate in campo, alla definizione di percorsi clinico-assistenziali particolarmente articolati ed all’acquisizione di competenze nelle tecniche chirurgiche mininvasive è stato possibile riattivare questa importantissima procedura», precisa Santangelo. Al Policlinico Federico II il ricorso alla chirurgia mininvasiva per effettuare il prelievo sarà ben presto integrato dall’utilizzo del Robot da Vinci. «La riattivazione del programma di trapianto di rene da donatore vivente risponde alla mission di un’azienda ospedaliera universitaria e dimostra, come all’interno del Policlinico Federico II, siano presenti professionisti in grado di realizzare, in chiave moderna, ambiziosi programmi didattico scientifici assistenziali in campo trapiantologico e di formare con grande competenza le nuove generazioni. Con orgoglio possiamo affermare che la Campania si riallinea agli standard delle Regioni più avanzate in campo trapiantologico garantendo l’opportunità di ridurre la migrazione sanitaria di quella consistente quota di pazienti che per oltre 15 anni è stata costretta a recarsi fuori regione, soprattutto al nord», sottolinea il direttore generale dell’AOU Federico II Vincenzo Viggiani.

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lunedì, 24 Dicembre 2018 - 09:00
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