Clan Moccia, l’affondo della procura: chiesti 3 secoli di cella per 25 imputati, 
proposti 9 anni per un agente di polizia

Tribunale Giustizia

Un clan che ancora oggi incute timore. Nonostante gli arresti eseguiti. Nonostante le inchieste che si sono susseguite negli anni e che hanno toccato diversi livelli della cosca. Ad Afragola il nome Moccia fa paura, al punto tale che le parti offese di episodi estorsivi pure individuati dalla magistratura inquirente continuano ad essere le grandi assenti ai processi che vengono istruiti. E’ in questo preoccupante scenario di pesante condizionamento ambientale esercitato da uno dei clan più potenti e meglio strutturati che insistono nel panorama criminale partenopeo, che ieri mattina – giovedì 21 febbraio – si è collocata la requisitoria dei pubblici ministeri antimafia Ivana Fulco, Ida Teresi e Gianfranco Scarfò al processo istruito a carico di 25 persone, accusate a vario titolo di associazione d stampo mafioso, estorsione (consumata e tentata), porto e detenzione illegale di armi. I magistrati hanno chiesto al giudice per le indagini preliminari Valeria Montesarchio del Tribunale di Napoli di condannare tutti gli imputati a pene che oscillano tra i 4 e i 25 anni di reclusione, sottolineando che il clan Moccia è stato in grado di esercitare «un controllo mafioso, violento, pervasivo e diffuso».

Il pugno duro è stato proposto per Angelo Pezzullo: 25 anni. Segue la richiesta di condanna a 23 anni per Giovanni Castiello; 21 anni per Alfredo Barile e Giuseppe D’Ambrosio; 18 anni per Corrado Polizzi; 15 anni per Giorgio Tranchino; 14 anni per Giuseppe Angelino; 13 anni per Luigi Ferraiuolo; 11 anni per Sabato Felli; 10 anni per Vincenzo Barra, Mauro Bencivenga, Antonio Esposito, Giuseppe Falco, Antonio Laurenza, Giuseppe Nobile, Luigi Rocco; 9 anni per Carmine Bello, Luigi Belardo, Gioacchino Cennamo, Maria Favella; 4 anni per Vincenzo Del Prete, Bruno Tuccillo, Raffaele Nobile. Chiesta la condanna anche per Salvatore Zimbaldi (di Casoria), agente di polizia accusato di aver rivelato informazioni su indagini in corso: proposti nove anni. Zimbaldi è stato assistente capo in servizio prima in Prefettura, poi alla Squadra Mobile, quindi alla Digos. Fece persino parte della scorta di Stefano Caldoro quando questi era presidente della Regione. Complessivamente sono stati proposti oltre tre secoli di reclusione. Alle richieste dei pm, severissime se si considera che il processo si sta svolgendo con la modalità del rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena, si sono associati gli avvocati delle costituite parti civili (Città Metropolitana, Sos Impresa di Confesercenti, i Comuni di Afragola, Caivano e Crispano). La parola adesso passa al nutrito collegio difensivo.

I fatti al centro del processo sono cristallizzati nell’inchiesta che nel gennaio 2017 culminò in una raffica di arresti. Tra gli episodi estorsivi emersi dall’attività investigativa c’era anche l’imposizione del pizzo alla ditta che si doveva occupare dei lavori al cimitero di Caivano.

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venerdì, 22 Febbraio 2019 - 14:32
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