Pomigliano dice ‘no’ alla camorra, sfilano in 5000 per ricordare don Peppe Diana

Pomigliano d'Arco

Circa 5000 persone, la maggior parte delle quali studenti delle scuole superiori di Pomigliano d’Arco (Napoli), hanno partecipanto alla Marcia della legalità organizzata dall’associazione antiracket ‘Noviello’ in ricordo dell’uccisione di don Peppe Diana. «Per amore del mio popolo non tacerò». La frase del prete ucciso 25 anni fa dalla camorra, come monito su una gigantografia affissa sulla facciata del municipio. Ad aprire il corteo alunni di una scuola primaria, con lo striscione con la scritta “Vietato morire”, e palloncini gialli.

«Dobbiamo riprenderci la città, combattere l’illegalità, la camorra ed il clientelismo: è questo il vero senso di questa manifestazione, culmine di un anno di lavoro nelle scuole» afferma il presidente dell’associazione antiracket ‘Noviello’, Salvatore Cantone. La manifestazione – secondo gli organizzatori – ha avuto la partecipazione di circa 5 mila persone (2 mila secondo le forze dell’ordine), per la maggior parte scolaresche e studenti del territorio, oltre al figlio di Noviello, Massimiliano, e rappresentanti delle forze dell’ordine, della politica e della Chiesa.

Presenti anche alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle. La connotazione divenuta in parte ‘politica’ della Marcia non è piaciuta a tutti i partecipanti, tanto che una parte degli studenti ha sottolineato «l’inutilità delle passerelle politiche». «Siamo qua per ricordare chi muore nella lotta alla camorra – hanno spiegato alcuni studenti delle scuole superiori – non servono le passerelle dei politici. Bisogna agire e non lasciare solo chi lotta contro la camorra e l’illegalità».

Nei giorni scorsi, il sindaco di Pomigliano d’Arco, Lello Russo aveva revocato il patrocinio morale alla Marcia in seguito alle affermazioni di Cantone sulla mancata convocazione parte civile del comune, in un processo contro gli estorsori di un imprenditore locale. «Ho solo fatto una constatazione – ha affermato Cantone – non intendevo intendere altro. Perché costituirsi parte civile in un processo significa rafforzare la lotta alla camorra». Il presidente dell’associazione antiracket, però, ha ringraziato il sindaco per «aver concesso il palco e l’attrezzatura audio» nonostante la revoca del patrocinio morale.

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martedì, 19 Marzo 2019 - 14:41
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