Tredici anni di inutile attesa. Tredici anni aspettando Giustizia. Aspettando che un processo stabilisse di chi furono le colpe di quelle trasfusione di sangue infetto che negli anni Ottanta sono costate la vita a numerosi pazienti. Nel primo pomeriggio di oggi il processo incardinato a Napoli per omicidio colposo plurimo in relazione a una ventina di decessi legati a quelle trasfusioni si è concluso con l’assoluzione (annunciata) di tutti gli imputati perché il fatto non sussiste. Il giudice monocratico Palumbo del Tribunale di Napoli ha recepito le amare conclusioni del pubblico ministero Lucio Giugliano ed ha disposto l’assoluzione per l’ormai novantenne Duilio Poggiolino, che all’epoca era direttore generale del servizio farmaceutico del ministero della Sanità, sei ex manager all’epoca impiegati nelle aziende del colosso farmaceutico fondato da Guelfo Marcucci (nel frattempo deceduto), un ex infermiere dell’ospedale Cardarelli, due rappresentanti di una ditta specializzata nella raccolta e nel trasporto di plasma.
Come già spiegato dal pubblico ministero Lucio Giugliano in sede di requisitoria, a pesare gravemente sull’esito del dibattimento è stato il contenuto delle indagini. L’inchiesta venne aperta dalla procura di Trento che indagò per epidemia colposa, salvo poi inviare tutti gli atti a Napoli ravvisandone la competenza territoriale in relazione ad alcuni casi verificatisi sul territorio partenopeo. La procura tuttavia avanzò richiesta di archiviazione ma nel 2005 il gip dispose l’imputazione coatta per il reato di omicidio colposo plurimo.
L’intimazione a procedere tuttavia annientò di fatto i tempi per accertamenti specifici che consentissero alla procura di verificare se ci fosse un nesso di causalità tra i decessi e l’accusa contestata, con il risultato che la debolezza dell’inchiesta a dibattimento si è rivelata proprio questa. Di qui la richiesta di assoluzione del pm Giugliano. Di qui l’assoluzione di tutti gli imputati.
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lunedì, 25 Marzo 2019 - 15:34
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