«Ingiurie e offese contro i magistrati», l’avvocato Arnone fermato in Tribunale: sospeso l’affidamento ai servizi sociali

L'avvocato agrigentino Giuseppe Arnone

L’avvocato siciliano Giuseppe Arnone, per anni esponente di punta degli ambientalisti agrigentini e anche impegnato in politica (è stato anche consigliere comunale e nel 113 si candidò a sindaco ma fu sconfitto al ballottaggio da Calogero Sodano), torna di nuovo in prigione. Il Tribunale di Sorveglianza di Agrigento ha deciso di sospendere l’affidamento ai servizi sociali (dopo una condanna per calunnia ai danni del giudice Sara Marino e due condanne per violenza privata) perché Arnone, 58 anni, «ha palesemente continuato a violare il decoro e l’onorabilità delle istituzioni repubblicane e ha utilizzato espressioni per forma e contenuto ingiuriose, astrattamente diffamatorie e moleste».

Ad Arnone si contesta l’aver dimostrato «una palesata mancanza di affidabilità e anzi la dichiarata volontà di continuare a porre in essere, anche a breve, in sostanziale spregio delle prescrizioni e delle numerose diffide, condotte analoghe e quelle appena descritte». Condotte che erano state espressamente vietata ad Arnone con un provvedimento del Tribunale di Sorveglianza di Palermo del 3 febbraio dello scorso anno, con il quale fu concesso l’affidamento alla ‘Confraternita di Misericordia’. Fra le prescrizioni disposte dalla Sorveglianza rientravano anche il divieto di affissione di manifesti, volantinaggio, partecipazioni a trasmissioni televisive o post su facebook, comizi, pubblicazioni, articoli e «quant’altro di simile che abbia contenuto oggettivamente e palesemente offensivo nei confronti di soggetti pubblici o privati o anche solo violativo del decoro delle istituzioni». Invece Arnone avrebbe imperterrito proseguito nella sua opera di ‘aggressione’ verbale attribuendo «malefatte a soggetti pubblici o privati con modalità deliberatamente sensazionalistiche al fine di metterli alla gogna, utilizzando toni di scherno e di sfida nei confronti di magistrati che lavorano» nel palazzo di Giustizia «mostrandone pure le effigi fotografiche».

Un modus operandi che ha sempre contraddistinto, nel passato, il personaggio di Arnone. Anche prima di cadere in disgrazia, Arnone – che è stato anche consulente gratuito dell’assessore ai Beni culturali Vittorio Sgarbi – si è reso autore di campagne stampa e clamorose manifestazioni di protesta nei confronti dei vertici giudiziari di Agrigento. Nel settembre 2015 Arnone espose uno striscione raffigurante gli allora vertici della procura di Agrigento sarcasticamente camuffati da Pinocchio: il legale li accusò di falsità in merito alla demolizione del locale Principessa Zaira. Rispetto a questo episodio nell’ottobre dello scorso anno, Arnone è stato assolto.

Il provvedimento è stato notificato ad Arnone questa mattina all’interno del Tribunale. Il legale si trovava in un’aula perché impegnato in un procedimento. Nel maggio dello scorso anno Arnone ha visto diventare definitiva la condanna a due anni e un mese per calunnia nei confronti del giudice Sara Marino: il legale aveva accusato il magistrato, in un libro da lui scritto, di aver commesso irregolarità per assolvere due imputati. Nel giugno 2018 è diventata definitiva la pena di un mese per tentata violenza privata per aver cercato di costringere una sua ex cliente nonché amica a sottoscrivere un mandato professionale legato alla compravendita di un immobile.

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mercoledì, 27 Marzo 2019 - 13:21
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