Intercettazioni in spagnolo, nessuno le traduce: il pm lo scopre nel giorno della requisitoria, processo riaperto | Napoli

Tribunale di Napoli
Il Tribunale di Napoli
di Laura Nazzari

Processo chiuso, requisitoria iniziata. E ieri mattina il pubblico ministero antimafia avrebbe dovuto concludere la disamina del processo per traffico di droga a carico di esponenti del clan Abbinante e delle Teste Matte presentando le proprie richieste (di condanna o di assoluzione). Ma, a sorpresa, il rappresentante della pubblica accusa ha spiegato di non poter proseguire la requisitoria e questo perché non tutte le intercettazioni agli atti del fascicolo del dibattimento risultano correttamente trascritte.

E’ accaduto dinanzi ai giudici della undicesima sezione penale del Tribunale di Napoli chiamati a valutare la posizione di una ventina di imputati, tutti coinvolti nel maxi-blitz che nel febbraio del 2013 culminò nell’esecuzione di 52 arresti (molti altri imputati hanno optato per il rito abbreviato, la sentenza è stata emessa nel 2014). Il pubblico ministero ha rappresentato l’esistenza di alcune conversazioni in spagnolo (circa cinque) che non sono state tradotte: il perito incaricato di trascriverle, infatti, si è limitato ad annotare accanto ai dialoghi in spagnolo che essi erano in un’altra lingua e che non ne aveva colto il senso.

A fronte di questo intoppo di non poco conto (se il pm non se ne fosse accorto in tempo, questa circostanza avrebbe rappresentato in sede di Appello causa di annullamento della sentenza) il Tribunale ha dovuto riaprire il dibattimento ed ha disposto una nuova udienza per conferire nuovamente incarico al perito e ad un interprete. Un fuoriprogramma che allunga i tempi di un processo che si sta trascinando stancamente. Tra le persone sotto accusa ci sono Salvatore Fabbricino, la moglie di Lucio Morrone (l’uomo venne arrestato tra Malaga e Marbella nell’aprile del 2015), Paolo Russo, Luigi Ombra.

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giovedì, 4 Aprile 2019 - 13:04
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