Non si placano le polemiche a Torre Annunziata per l’approvazione delle nuove tariffe della Tari approvate da poco dall’amministrazione comunale. A soffiare sul fuoco è ancora una volta la neonata associazione “La paranza delle idee” che in una nota pone l’accento su alcuni punti e si pone degli interrogativi: «Per quanto riguarda le utenze domestiche, il contribuente torrese tipo (nucleo familiare di 3 persone, abitazione di 73 m2) pagherà circa 295,00 euro rispetto ai circa 310,00 dello scorso anno». Una riduzione da accogliere positivamente ma non può che lasciare perplessi i cittadini per le modalità con cui è stata decisa: «l’amministrazione ha più volte parlato di un bilancio 2019 fatto di lacrime e sangue. In questo contesto risulta difficile comprendere la genesi di tale riduzione. Il sospetto è che l’operazione sia stata puramente politica, tesa a pubblicizzare un risparmio di facciata sulla TARI maturato però a fronte di una contrazione del servizio erogato e di un decadimento della sua qualità, già abbastanza discutibile». «D’altra parte, non sembra verosimile – continua la nota – che l’effetto del rientro di risorse dovuto alla lotta all’evasione fiscale sia maggiore di quello del mancato ridimensionamento dell’imponente costo di gestione (circa 10 milioni di euro), cagionato sia dal debito relativo all’Oplonti Multiservizi sia dal fallimento dell’obiettivo nella raccolta differenziata, in flessione al 57,46%».
Raccolta differenziata, si legge ancora: «nel 2013 Torre Annunziata ha aderito al protocollo Rifiuti Zero, con tanto di cerimonia a Palazzo Criscuolo alla presenza dell’allora sindaco Starita e dell’accademico statunitense Paul Connet, con l’obiettivo dell’eliminazione completa, entro il 2020, della produzione di rifiuti, mediante il corretto riciclo e riuso degli stessi. Ebbene, dopo un picco del 64% nel 2014, nelle ultime quattro annate il dato della differenziata non si è schiodato dal 57/58% e nella relazione tecnica presentata al consiglio comunale. il nuovo ‘ambizioso’ target per il 2020 è stato ora fissato al 63%. Altro che rifiuti zero, siamo all’autocertificazione del fallimento! Giacché le soluzioni messe in atto non hanno sin qui funzionato, l’A.C. farebbe bene a rivederle anche in ragione dei suggerimenti e delle esigenze degli stessi utenti, coinvolgendoli in quell’Osservatorio sull’Ambiente aperto alla partecipazione di associazioni e singoli cittadini annunciato sempre nel 2013 e poi rimasto lettera morta». Secondo l’associazione bisognerebbe fare molto di più per incentivare cittadini e attiività commerciali a smaltire meglio i rifiuti: «riteniamo utile l’adozione di un sistema di incentivi, rivolto soprattutto alle attività commerciali, che vada a premiare le corrette pratiche di autosmaltimento, intendendo con ciò qualcosa di diverso e più incisivo rispetto al semplice conferimento presso l’unica isola ecologica esistente. Inoltre, sulle tipologie di rifiuto per le quali la raccolta stenta a decollare invitiamo a seguire alcuni esempi virtuosi, come quello del Comune di Casalnuovo di Napoli, capace di triplicare il risultato relativo agli oli esausti semplicemente regalando 1 lt d’olio extravergine d’oliva per ogni 5 kg di scarto conferito».
Chiusura, dedicata alle attività commerciali, che pone una considerazione «visto il difficile momento vissuto dai commercianti locali era lecito attendersi, in questo caso sì, maggiore benevolenza sulle tariffe TARI. Invece, tra lievi riduzioni e piccoli aumenti, la situazione è rimasta nel complesso inalterata rispetto allo scorso anno, segno che non si era nella condizione di prevedere una tassa più leggera per tutti». La paranza delle idee, infine «auspica la collaborazione con le associazioni dei commercianti, oltre che con le altre realtà e i singoli cittadini, di intavolare un confronto al fine di formulare delle proposte da sottoporre all’A.C., sperando che tasse più eque e servizi migliori siano reali aspirazioni anche per chi governa questa città».
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venerdì, 12 Aprile 2019 - 13:03
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