E’ una storia nera quella che si è consumata a Manduria e che lo scorso 23 aprile ha portato alla morte di Antonio Cosimo Stano, ex dipendente dell’Arsenale militare in pensione da quasi dieci anni. E’ una storia dell’orrore che è stata scritta da 14 ragazzini, due quali maggiorenni (uno di 19 anni e l’altro di 22 anni), e quasi tutti di buona famiglia (solo 2 hanno precedenti penali). Quattordici ragazzini che per anni si sono divertiti a seviziare, terrorizzare Antonio Cosimo Stano e, forse, ne hanno provocato la morte. «Lo abbiamo fatto fatto per noia, per passare il tempo», ha detto qualcuno di loro. Un movente ancora più orribile della violenza con la quale questi ragazzi hanno infierito su Antonio Cosimo Stano. Era da anni che il branco perseguitava Antonio: lo avevano scelto perché l’uomo era indifeso, viveva solo, non reagiva alle provocazioni, era malato. Aveva problemi psichiatrici, Antonio, e per questo a Manduria lo chiamavano il pazzo.
La solitudine di Antonio Stano, i familiari vogliono
i funerali in forma privata e cambiano chiesa
Una storia di cattiveria gratuita ma anche di infinita solitudine. Antonio era solo, e quasi da solo se ne è andato nel suo ultimo viaggio. Questa mattina i familiari di Antonio Cosimo Stano hanno deciso di fare celebrare i funerali in forma privata e all’ultimo momento hanno anche cambiato chiesa. Così facendo nella chiesa dell’oasi di Santa Maria c’erano pochissime persone. Le proteste da parte di chi avrebbe voluto essere ai funerali di Stano non sono mancate. Fabio Di Noi, amico di infanzia del pensionato, dice che il cambio di programma «è l’ennesima bruttura» fatta a Stano.. Leonardo Milano, anziano che voleva dare l’ultimo saluto ad Antonio, dice che a Manduria «ci conosciamo tutti, siamo faccia a faccia ma non ci salutiamo. Siamo un mondo di morti».
Il vertice in procura per fare il punto sulle indagini
Nelle stesse ore in cui si sono tenuti i funerali di Antonio, presso la procura della Repubblica di Taranto si è tenuto una riunione operativa per fare il punto sulle indagini. Alle riunione hanno partecipato il procuratore del tribunale ordinario Carlo Maria Capristo, il procuratore aggiunto Maurizio Carbone, il pm inquirente Guglielmo Epifani, e il procuratore per i minorenni Pina Montanaro. Agli indagati per ora è stato contestato anche il reato di omicidio preterintenzionale (oltre a una serie di ipotesi di stalking, di lesioni, danneggiamento), ma i ragazzi dicono di non avere ucciso Stano. Sarà l’autopsia a stabilire la verità: il medico legale di Bari, Liliana Innamorato, ha chiesto 60 giorni per depositare gli esiti dell’esame. Dovrà accertare l’esistenza di affezioni patologiche e dire «se le stesse possano essere state causate, concausate o aggravate da fatti traumatici, anche di natura psichica» subiti dalla vittima. I magistrati inquirenti probabilmente già nei prossimi giorni interrogheranno gli indagati. In un’intervista rilasciata al Tg1 il procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo, ha stigmatizzato il comportamento di quanti in paese sapevano delle vessazioni subite da Stano ma non hanno ma denunciato: «L’intervento è stato tempestivo, ma sarebbe stato ancora più tempestivo se quelli che sapevano avessero informato gli organi di polizia molto tempo prima: oggi Stano sarebbe tra noi».
I precedenti episodi di aggressione a Stano
Agli atti dell’inchiesta ci sono anche i precedenti di violenza ai danni di Antonio, episodi sempre firmati dagli indagati. A febbraio lo accerchiarono per strada, gli tirarono su il cappuccio del cappotto marrone e iniziarono a prenderlo a schiaffi. Uno del gruppo riprese la scena sul telefonino e poi condivise il video su WhatsApp in una chat chiamata ‘Gli Orfanelli’ composta da una dozzina di ragazzini, tutti di brava famiglia. Uno della banda gli ha portato via anche un vecchio televisore che l’uomo aveva in casa. Gli investigatori hanno scoperto l’esistenza di quella chat quando hanno sequestrato i telefonini ai 14 ragazzini indagati per omicidio preterintenzionale con l’aggravante della crudeltà. E lì, su quelle chat, hanno trovato anche le conversazioni successive al giorno in cui Antonio è stato seviziato.
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lunedì, 29 Aprile 2019 - 16:34
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