Camorra, a Napoli gli ispettori del ministero della Giustizia: aperta una verifica sulla scarcerazione del boss Rullo

Nicola Rullo

Il caso di Nicola Rullo, il boss del clan Contini scarcerato per decorrenza dei termini di fase ma rimasto bloccato in cella per effetto di una mossa a sorpresa (e riparatrice) della procura della Repubblica di Napoli, diventa oggetto di un’ispezione ministeriale disposta dal Guardasigilli Alfonso Bonafede. La squadra di ispettori guidati dal magistrato Andrea Nocera ha acquisito l’incartamento necessario a ricostruire il corto-circuito che ha determinato la fissazione del processo in Cassazione oltre il periodo di un anno e mezzo necessario a tenere in vita l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Rullo era del processo in Cassazione in relazione ad una condanna a 10 anni, rimediata in Appello (in primo grado fu assolto), per un tentativo di estorsione aggravato dalla matrice camorristica. Il processo in Cassazione andava fissato entro il 26 marzo scorso, cosa non accaduta. Di qui la prima istanza di scarcerazione presentata ai giudici della Corte d’Appello che nel 2017 avevano messo la sentenza di secondo grado. L’Appello però ha respinto la richiesta, spingendo così la difesa ha presentare ricorso ai giudici del Tribunale del Riesame (ottava sezione) che stavolta hanno dato ragione alla difesa.

Ma Rullo non è mai tornato in libertà perché prima che potesse materialmente lasciare il carcere di Rebibbia, dove era detenuto in regime di 41bis, si è visto notificare un decreto di fermo per traffico di droga, poi convertito in sede di convalida del fermo in un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. In tal modo Rullo è rimasto in prigione e dal carcere ha atteso l’udienza in Cassazione che si è definita venerdì scorso con la conferma della condanna a 10 anni di reclusione.

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lunedì, 29 Aprile 2019 - 15:14
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