Si era dato alla latitanza da quando aveva avuto saputo di essere stato condannato definitivamente a quasi 15 anni di carcere ma nella notte Arturo Sparandeo, 36 anni di Benevento, è stata catturato a Campomarino (Campobasso) dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Benevento con l’ausilio dei militari della Compagnia di Termoli. Sparandeo dovrà scontare la pena di 14 anni, 7 mesi 7 e 21 giorni di reclusione per i reati di associazione di stampo camorristico finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, incendio, rapina, estorsione, danneggiamento, usura, porto e detenzione armi. Avuto sentore delle decisioni della Suprema Corte di Cassazione, si era allontanato dal capoluogo sannita facendo perdere le proprie tracce e rendendosi irreperibile.
Il figlio del capoclan Carmine, coinvolto nell’operazione “Tabula Rasa” del 2014, che per la prima volta portò all’incriminazione per associazione mafiosa l’intero clan Sparandeo, è stato catturato all’alba. Grazie a intercettazioni ambientali e telefoniche, dopo aver individuato il nascondiglio, i militari hanno fatto irruzione in un residence sul mare a Campomarino, in provincia di Campobasso, dove Sparandeo si era rifugiato con la famiglia. I carabinieri hanno circondato il residence, temendo la presenza di affiliati che potesse proteggere il boss per una eventuale fuga, e quando tutte le vie d’uscita sono state bloccate, è scattato il blitz. Sparandeo è stato quindi rinchiuso nella casa circondariale e di Reclusione di Larino, in provincia di Campobasso.
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venerdì, 10 Maggio 2019 - 16:12
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