Camorra, vittima di lupara bianca nel 2011 Il Ris conferma: quei resti sono di D’Andò Quattro dei Pagano fecero ritrovare le ossa

Antonino D'Andò
Il luogo in cui sono stati ritrovati i resti di Antonino D'Andò, vittima di lupara bianca nel febbraio 2011
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La conferma è arrivata ieri mattina, con il deposito dei risultati dei carabinieri del Ris: le ossa ritrovate in un sacco bianco lo scorso 5 aprile in una zona di campagna in via del Re ad Arzano sono di Antonino D’Andò, uomo di fiducia della famiglia criminale Amato vittima di lupara bianca nel febbraio del 2011.

Gli esiti degli accertamenti disposti dalla procura (pm antimafia Maurizio De Marco e Vincenza Marra) confermano così la veridicità delle informazioni fornite alla Dda dalle quattro persone del gruppo criminale Pagano imputate per la morte di Antonino D’Andò: sono stati infatti Emanuele Baiano, Mario Ferraiuolo, Giosuè Belgiorno e Ciro Scognamiglio a indicare alla procura il luogo in cui seppellirono D’Andò dopo averlo ammazzato. I quattro hanno ammesso gli addebiti nell’udienza del 22 marzo e agli inizi di aprile hanno condotto i pm e i carabinieri in via Del Re. Ha ammesso gli addebito anche Mario Riccio, genero del boss Cesare Pagano, che ordinò la morte di D’Andò.

La prossima udienza del processo con rito abbreviato per la morte di D’Andò è fissata a fine mese. L’omicidio si inserisce nello scontro interno tra gli Amato e i Pagano provocato dalla gestione dispotica di Mario Riccio, oggi detenuto in regime di 41bis. (Approfondimenti sono disponibili sul numero di oggi, sabato 18 maggio, del quotidiano digitale disponibile solo su abbonamento; non c’è versione cartacea). 

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sabato, 18 Maggio 2019 - 12:38
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