Una storia che parte da lontano, che affonda le radici nell’antica tradizione dell’arte bianca di Torre Annunziata, in provincia di Napoli. Nella prima metà del XX secolo, Torre Annunziata era nota in tutto il mondo per l’eccezionale qualità della pasta che vi si produceva. Negli anni della massima espansione, tra il 1948 ed il 1955, nella cittadina oplontina si potevano contare più di 160 opifici fra mulini e pastifici. I tanti artigiani della pasta però non seppero affrontare l’avvento dell’industrializzazione. Quasi tutte le aziende chiusero i battenti. A sopravvivere fu solo un solo pastificio, grazie a Nunziato Setaro che rilevò una delle tante attività locali.
Domenica prossima, 2 giugno, nella cittadina oplontina, si festeggerà uno storico traguardo: gli 80 anni del pastificio Setaro. E a spegnere le 80 candeline ci saranno i fratelli Vincenzo, Nunziato e Giovanni Setaro, ultimi eredi della famiglia di pastai. Nel corso di una serata di gala, presentata dalla giornalista e scrittrice Maristella Di Martino, i 3 imprenditori racconteranno la loro storia in compagnia di familiari, amici, collaboratori, giornalisti, imprenditori e rappresentanti del mondo istituzionale che, nel tempo, hanno contribuito alla crescita dell’azienda per ribadire la loro fedeltà, da quasi un secolo, a valori quali l’artigianalità e la qualità in un mercato che corre sempre più veloce verso l’industrializzazione e l’omologazione del gusto.
Cornice d’eccezione sarà la suggestiva terrazza all’aperto di Cantina del Vesuvio, con una vista spettacolare sul golfo di Sorrento fino a Capri e tutt’intorno interminabili filari di viti e secolari piante di ulivo: l’evento verrà scandito da diversi momenti ma la protagonista indiscussa sarà ovviamente lei, sua maestà la Pasta, quella con la “p” maiuscola, che il pastificio Setaro produce e distribuisce nel mondo attraverso botteghe gastronomiche ed enoteche del gusto appositamente selezionate e che diventano esclusiviste di zona in un raggio di diversi chilometri.
La storia della famiglia Setaro parla da sola: la passione è l’ingrediente imprescindibile in un lavoro artigianale in cui è sempre l’uomo che segue ogni singola fase per dar vita ad un prodotto finale per intenditori e per il quale è impossibile conteggiare con esattezza il tempo di cottura dei differenti formati perché varia in base al clima e alla qualità della semola utilizzata. Oggi come ieri, la terza generazione di maestri pastai continua a conferire sempre nuova linfa al progetto di nonno Nunziato che, nel 1939, acquistò il pastificio (insieme ai figli Vincenzo, Nunzio, Matteo), tuttora ubicato nel centro storico del comune vesuviano in una struttura di inizio Ottocento costruita proprio per ospitare la produzione di pasta.
Qui le mura in pietra lavica spesse 80 centimetri che proteggono i locali dagli sbalzi termici creano l’ambiente ideale per la produzione di un’eccellenza gastronomica che porta in giro per il globo il nome della Campania e sopravvivono ancora due macchine d’epoca risalenti all’inizio del XX secolo capaci di produrre 200 chilogrammi di pasta in un’ora. Il pastificio è un autentico tempio della pasta dove il clima mite, il mare di fronte, il Vesuvio alle spalle e l’assenza di correnti d’area fredda proteggono e rendono perfetto questo luogo per realizzare oltre 100 formati il cui valore nutritivo è conservato grazie alla selezione di speciali semole di grano duro, acqua di fonte purissima, antiche trafile in bronzo e metodi di essiccazione lentissimi, compresi tra le 24 e le 120 ore.
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mercoledì, 29 Maggio 2019 - 10:40
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