Camorra, faida a Scampia e Secondigliano: ricostruiti altri 4 omicidi, 12 ordinanze Arresto per il boss Di Lauro e i ‘ribelli’

Il boss di Secondigliano Cosimo Di Lauro (foto Kontrolab)
di Manuela Galletta

La guerra di camorra all’ombra delle Vele, la più sanguinaria e la più spietata della storia della mala a Napoli dopo lo scontro tra la Nco e la Nuova Famiglia, è una storia criminale che dal punto di vista giudiziario si sta ricostruendo poco a poco. Grazie all’incrocio e alle verifiche delle dichiarazioni rese in queste anni dai malavitosi che sono passati a collaborare con la giustizia con una serie di altri elementi già raccolti dagli investigatori, come le intercettazioni telefoniche. Questa mattina gli agenti della Squadra Mobile hanno eseguito 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere, a carico di 11 boss detenuti da un pezzo e di una persona che era attualmente libera, per tre vecchie vicende omicidiarie che si sono consumate nel 2004, poco prima e poco dopo l’esplosione della faida tra lo zoccolo duro del clan Di Lauro rimasto fedele al nuovo capo Cosimo Di Lauro e l’ala scissionista guidata dagli Amato-Pagano.

I tre agguati contestati dalla Dda: i morti furono 4
Gli omicidi contestati a vario titolo sono: il duplice omicidio di Raffaele Duro e Salvatore Panico (avvenuto a Mugnano il 22 gennaio del 2004); l’omicidio di Federico Bizzarro avvenuto a Qualiano il 26 aprile del 2004; l’omicidio di Pasquale De Gaetano (30-31 ottobre 2004).

I 12 boss destinatari della misura cautelare in carcere
I destinatari del provvedimento restrittivo sono invece il boss Cosimo Di Lauro, saldamente detenuto in regime di carcere duro; Arcangelo Abete, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio del tatuatore Gianluca Cimminiello, condannato in secondo grado per il duplice omicidio di Fulvio Montanino e Claudio Salierno (agguato che aprì la faida nel 2004); Enzo Notturno; Antonio Montanino, l’unico indagato che era libero fino ad oggi e fratello di quel Fulvio ucciso nell’ottobre del 2004 nell’agguato che segnò l’inizio della faida con gli scissionisti; Gennaro Marino; Ciro Mauriello; Rito Calzone; Cesare Pagano; Ciro Caiazza; Lucio Carriola; Carmine Pagano.

Gli omicidi Duro-Panico e Bizzarro avvenuti prima della faida del 2004
Secondo la ricostruzione operata dagli inquirenti (indagini coordinate dal pm antimafia Maurizio De Marco), l’omicidio di Federico Bizzarro e l’agguato in cui morirono Raffaele Duro e Salvatore Panico furono commessi dal clan Di Lauro in un’epoca leggermente antecedente alla faida, ovvero quando del clan Di Lauro faceva ancora parte quelli che poi sarebbero diventati gli scissionisti. Mandante dei raid fu Cosimo Di Lauro, già condannato in via definitiva per camorra e droga, per l’omicidio di Massimo Marino (deve espiare la pena dell’ergastolo), e agli inizi di maggio condannato al carcere a vita per l’omicidio di Mariano Nocera del 2 settembre del 2004. Le tre vittime furono colpite perché referenti territoriali a Mugnano e a Melito degli Amato-Pagano.

Il duplice omicidio Duro-Panico, la dinamica e i singoli indagati
Raffaele Duro (di 51 anni) e Salvatore Panico (44 anni) vennero ammazzati il 22 gennaio del 2004: si trovavano fermi in auto, una Smart a Mugnano quando vennero travolti da una gragnola di proiettili; ben venti furono i colpi di pistola esplosi. Per questo agguato sono accusati Cosimo Di Lauro, Gennaro Marino, Arcangelo Abete, Enzo Notturno, Antonello Montanino e Gennaro Notturno.

L’agguato a Bizzarro nell’hotel a Qualiano, la dinamica e i singoli indagati
Federico Bizzarro, divenuto capozona a Melito nel 2001 dopo la morte di Andrea Maisto, venne ucciso mentre si trovava in un albergo di Qualiano: il 47enne era in camera con la sua amante quando fecero irruzione sei persone armate; lui tentò di scappare ma i killer non gli diedero scampo. Il comando esplose circa 20 colpi di pistola calibro 9 quasi tutti andati a segno. Per questo omicidio sono indagati Cosimo Di Lauro, Arcangelo Abete, Ciro Mauriello e Gennaro Marino. Sono, invece, stati già condannati Antonio Ronga e Rosario Fusco.

De Pasquale, sequestrato e ammazzato dagli scissionisti:
la dinamica e i singoli indagati
L’omicidio di Gaetano De Pasquale fu invece firmato dagli scissionisti pochi giorni dopo l’agguato ai danni di Fulvio Montanino e Claudio Salierno che segnò l’inizio della guerra: il clan temeva che potesse essere una spia del clan Di Lauro. Era il primo novembre del 2004 quando il 26enne rimase vittima di un atroce destino: De Pasquale fu sequestrato e portato al cospetto di Cesare Pagano, il capo della rivolta. Fu legato ad una sedia ed interrogato per ore. Pagano gli disse, mentendo, che gli abete dato migliaia di euro se avesse svelato i piani dei Di Lauro e lo avrebbe fatto emigrare in Sudamerica. Era un bluff. De Pasquale fu affogato in una bacinella piena d’acqua e il suo corpo fu gettato in un pozzo. Per questo omicidio sono accusati Gennaro Notturno, Cesare pagano, Rito Calzone, Carmine Pagano, Ciro Caiazza, Gennaro Marino, Arcangelo Abete e Ciro Mauriello. Indagati ma a piede libero i pentiti Carmine Cerrato, Gennaro Notturno e Antonio Caiazza.

(Approfondimenti sull’inchiesta saranno disponibili nell’edizione di domani del quotidiano digitale, accessibile a pagamento alla sezione ‘Sfoglia il Quotidiano’)

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martedì, 4 Giugno 2019 - 13:27
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