Germania, ergastolo all’infermiere killer
Il giudice: «Il numero dei morti supera l’umana immaginazione, incomprensibile»

Ospedale
Una corsia d'ospedale
di Roberta Miele

Ha il volto di un infermiere di 42 anni il serial killer più prolifico della Germania dal dopoguerra ad oggi. Niels Högel è stato condannato all’ergastolo per aver ucciso 85 pazienti a lui affidati. Una follia omicida «incomprensibile» per il giudice Sebastian Buehrmann, del tribunale di Oldenburg, nel nord-ovest della Germania, che ha emesso la sentenza.

Tra il 2000 e il 2005, quando fu colto in flagrante, Högel ha assassinato le vittime selezionandole a caso. L’uomo è stato catturato mentre iniettava un farmaco non prescritto a un paziente a Delmenhorst. Nel 2008 è arrivata la prima condanna a sette anni di prigione per tentato omicidio. Un secondo verdetto è stato emesso in seguito al processo celebrato tra il 2014 e il 2015, sotto la pressione delle famiglie di alcune presunte vittime. In quell’occasione è stato condannato ad un primo ergastolo per sei omicidi. Poi la prosecuzione delle indagini per far luce sull’intera vicenda. Sono state necessarie la riesumazione e l’autopsia di 130 cadaveri per portare a termine l’inchiesta e formulare i capi d’accusa contro l’infermiere.

Ma restano i dubbi sui numeri degli omicidi. La polizia sospetta che il bilancio delle vittime possa essere addirittura superiore a 200. Le lacune nella memoria dell’imputato e la cremazione dei possibili assassinati prima che le autopsie potessero essere eseguite non hanno permesso alla corte di far luce su tutte le morti sospette. Lo stesso giudice si è detto rammaricato poiché la Corte non è stata «pienamente in grado di sollevare la nebbia» su tanti casi lasciando i parenti di diverse vittime senza. Secondo Buehrmann, il numero delle morti causati da Högel «supera l’immaginazione umana», una «colpa insondabile», ha dichiarato rivolgendosi all’accusato.

Nell’ultima udienza, tenutasi mercoledì, l’infermiere ha chiesto perdono alle famiglie per tutto ciò che ha causato «nel corso degli anni». «Ampio e chiaro» è stato definito il provvedimento da Christian Marbach, il cui nonno è stato ucciso da Högel e portavoce delle famiglie delle vittime. L’uomo però ha sottolineato che molti speravano in una risposta per tutte le morti che si sospetta siano state causate dal feroce serial killer. Le azioni delle parti lese, infatti, non si fermeranno qui: nel mirino ci sono i due ospedali in cui Högel ha somministrato le iniezioni mortali le sue vittime.

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giovedì, 6 Giugno 2019 - 17:46
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