Bufera sulle toghe, il giudice Morlini si dimette dalla corrente Unicost ma resta nel Csm. Polemiche dal suo ex gruppo


La tempesta che si è scatenata nel mondo della magistratura continua a seminare novità. Oltre che dissidi interni allo stesso universo delle toghe. Giancarlo Morlini, il consigliere del Csm che si è autosospeso dopo che il suo nome è saltato fuori dalle pieghe dell’inchiesta della procura di Perugia (ma non è indagato), si è dimesso dalla corrente di appartenenza, quella di Unicost. Ma le dimissioni dal Csm che Unicost aveva invocato con forza già all’indomani delle prime notizie emerse dall’indagine non sono arrivate. Segno, forse, del fatto che Morlini è in contrasto con la linea dura di Unicost e larga parte dei magistrati.

Un contrasto che emerge anche dal documento firmato dal presidente di Unicost Mariano Sciacca e dal segretario Enrico Infante nel quale si dà atto della fuoriuscita dal gruppo del giudice emiliano. Nell’osservare infatti che Morlini è rimasto nel Csm, Unicost «non può che esprimere – si legge nel documento – il disagio che tale decisione crea all’istituzione consiliare in termini di credibilità».

In linea con la delibera del comitato direttivo centrale dell’Anm del 5 giugno scorso, con cui si chiedevano le dimissioni dei togati autosospesi, Unicost ribadisce «la necessita’ di preservare la credibilità e autorevolezza dell’organo di governo autonomo della magistratura» e rileva che «l’accertamento delle eventuali responsabilità spetta alle competenti Autorità disciplinari e, se del caso, giudiziarie ed è fortemente convinta che, a prescindere dalla discovery degli atti alla quale si assiste da giorni sulla stampa, una valutazione complessiva della vicenda potrà compiutamente formularsi solo al momento della piena ostensibilità degli elementi raccolti: pur tuttavia, nelle more di tali accertamenti di non poco momento e presumibile durata – sottolinea – la credibilità e l’autorevolezza del Csm è giornalmente sottoposta ad una tensione istituzionale mai prima vissuta. Compito di ogni magistrato – conclude il documento di Unicost – è salvaguardare il ruolo costituzionale del Csm e la sua autorevolezza, snodo fondamentale per la tutela dei valori costituzionali. Unità per la Costituzione sente oggi tutto il peso e la responsabilità del presidio di questi valori».

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lunedì, 10 Giugno 2019 - 16:05
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