L’incubo dei magistrati, in Aula la proposta di legge di Costa: «Azione disciplinare automatica per le ingiuste detenzioni»

La Camera dei Deputati

L’estate nera della magistratura italiana rischia di trasformarsi in incubo. Mentre le toghe provano a dimostrare di avere gli anticorpi necessari per annientare comportamenti eticamente e deontologicamente scorretti e condotte penalmente rilevanti e al tempo stesso per dimostrare di non avere bisogno di ingerenze esterne per fare ‘pulizia’, i politici prendono coraggio e pigiano sul piede dell’acceleratore per riuscire a portare a case riforme del mondo della magistratura di cui si è sempre fatto fatica a parlare per via delle resistenze di giudici e pm.

La discussione della separazione delle carriere, che tanto fa infuriare i magistrati (i pm soprattutto), è ormai entrata nel vivo. Così come sembra improcrastinabile la riforma del Consiglio superiore della magistratura, soprattutto allo scopo di evitare che interessi personali o, peggio ancora, interessi comuni di politici e magistrati possano condizionare le nomine dei capi degli uffici giudiziari.

Ma vi è di più: il 20 giugno, ossia giovedì, approda nell’Aula della Camera una proposta di legge che rischia di trasformare quest’estate ‘nera’, per i magistrati, in un incubo. In caso di ingiusta detenzione, laddove questa sia accertata, a pagarne le spese potrebbero essere direttamente i magistrati. La proposta di legge che punta a ‘caricare’ i magistrati dell’onere dell’errore porta la firma di Enrico Costa, esperto di giustizia di Forza Italia, e consta di un solo articolo. In sintesi esso prevede che il magistrato titolare del fascicolo che ha portato ad un’ingiusta detenzione finisca automaticamente dinanzi al Csm per l’azione disciplinare. Relatore per la proposta è Pierantonio Zanettin, di Forza Italia, che è stato membro laico, in quota centrodestra, del Consiglio superiore della magistratura.

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lunedì, 17 Giugno 2019 - 13:18
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