Migranti, Fico: «Non serve costruire muri, ma sanzionare Paesi dell’Ue che non ricollocano i migranti. Sistema sbagliato»

Il presidente della Camera Roberto Fico (foto Kontrolab)

Occorre «stabilire che chi – rifugiato o migrante – approda in uno Stato membro qualsiasi, va preso in carico dall’Europa nel suo complesso. E ciò richiede il superamento, non la semplice revisione, del regolamento di Dublino, attraverso l’abbandono del principio vigente dello Stato di primo approdo e l’automatica redistribuzione dei richiedenti asilo tra tutti i Paesi membri». Lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, intervenendo al convegno “Corridoi umanitari per un’Europa solidale” in corso a Montecitorio.

«Come è noto – ha proseguito Fico – il meccanismo di ricollocazione dei migranti giunti in Italia e Grecia, adottato dall’Unione nel 2015, non è stato attuato da alcuni Paesi. Quei Paesi non possono essere i nostri modelli, perché le loro politiche vanno contro l’interesse dell’Italia. E non solo, vanno contro gli interessi dell’Europa tutta. I comportamenti contro le regole andrebbero quindi perseguiti anche con penalizzazioni di carattere economico, per esempio a valere sui fondi strutturali. Non è accettabile una violazione così grave e manifesta di un atto giuridicamente vincolante dell’Unione».

Fico ha anche aggiunto che il fenomeno migratorio non si può gestire «costruendo muri». «Non è così che un grande Paese come l’Italia può pensare di gestire un fenomeno epocale. Tutti i muri sono infatti destinati a essere superati o abbattuti. Lo dice la nostra storia. Il paradigma del no way e dei muri è deteriore e illusorio. L’alternativa è una gestione responsabile, solidale e lungimirante».

Per il presidente della Camera occorre «estendere il ricorso ai corridoi umanitari a livello di Unione europea, facendo in modo che il nostro Paese promuova a questo scopo interlocuzioni e reti con gli altri Paesi e con le istituzioni europee. Sono infatti convinto che un problema globale come quello delle migrazioni possa trovare soluzione adeguata solo a livello sovranazionale. E che il reinsediamento di persone che necessitano di protezione internazionale da Paesi terzi – normalmente di transito – verso l’Europa sia uno dei pilastri per una strategia di governo ordinato e strutturale del fenomeno migratorio». Qundi una critica all’attuale gestione dei ‘corridoi umanitari’. Restando ai programmi di reinsediamento che l’Ue ha adottato a partire dal 2015, sotto forma di raccomandazione e non con atti giuridicamente vincolanti, Fico ha ricordato che nell’attuale programma avviato nel 2017 «20 Stati membri, su 28, si erano impegnati progressivamente a fornire più di 50 mila posti alle persone piu’ bisognose di protezione entro ottobre 2019. A pochi mesi da tale data solo 32 mila persone sono state accolte».

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lunedì, 1 Luglio 2019 - 10:58
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