Sea Watch, Salvini ancora contro il gip L’Anm va all’attacco ma il ministro la gela Bonafede richiama il leghista all’ordine

Matteo Salvini
L'ex ministro degli Interni Matteo Salvini (foto Kontrolab)
di Tina Raucci

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini sbraita ancora contro il magistrato che ha firmato la scarcerazione del capitano della Sea Watche Carola Rackete e che al tempo stesso ha firmato motivazioni che suonano come uno schiaffo alla politica dei ‘porti chiusi’ della Lega. L’Associazione nazionale magistrati risponde a stretto giro di posta, innescando l’ennesimo duello con Salvini, che ovviamente vuole avere l’ultima parola e quindi replica per le rime. E, infine, Alfonso Bonafede che, seppur con tono pacato, bacchetta Salvini in relazione soltanto all’aggressione verbale ai danni del magistrato, finendo però con le scatenare le ire del leghista nei suoi confronti.

Il giorno dopo il ritorno in libertà di Carola Rackete va in scena la solita soap opera di polemiche tra Salvini e magistratura. Un braccio di ferro che si consuma ogni qual volta vi è un provvedimento di un giudice o di un pm che non rispecchia i desiderata del ministro.

A dare fuoco alle polveri è sempre Salvini. Ieri, a caldo, aveva dichiarato: «Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di Finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera. Nessun problema: per la comandante criminale Carola Rackete è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese perché pericolosa per la sicurezza nazionale». E, stamattina, visto che la rabbia non era ancora sbollita ha provocato: «Togliti la toga e candidati con la sinistra per fare politica. Se a qualche giudice non piace una legge votata dagli italiani, si candidi». La risposta dell’Anm non si è fatta attendere: «Ancora una volta, commenti sprezzanti verso una decisione giudiziaria, disancorati da qualsiasi riferimento ai suoi contenuti tecnico-giuridici. Essi rischiano di alimentare un clima di odio e di avversione, come dimostrato dai numerosi post contenenti insulti e minacce nei confronti del gip di Agrigento pubblicati nelle ultime ore».

Salvini, però, non ha perso tempo e immediatamente ha replicato bacchettando l’Anm: «Ho visto la dichiarazione belligerante dell’Anm nei miei confronti. Non entro in casa altrui, ma con quello che stiamo leggendo sulle spartizioni di poltrone e Procure a cura di qualche magistrato penso che siano gli ultimi che possono dare lezioni di morale a chiunque». Il riferimento è alle ultime vicende dello scandalo sulle nomine dei giudici e magistrati emersi negli ambienti giudiziari. Nel duello ha provato a infilarsi il Movimento Cinque Stelle, giusto per fare presenza e non lasciare la scena esclusivamente al ministro Salvini. La dichiarazione è stata affidata al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che senza entrare nel merito della decisione del gip, ha però ammonito l’alleato di governo: «Le sentenze si rispettano, i ministri possono dissentirle ma vanno rispettate». Immancabile la replica vittimistica di Salvini: la decisione del gip di Agrigento «è una sentenza politica, è una chiara sentenza politica. Punto, basta. Avrò il diritto di denunciarlo? (…) Mettere a rischio la vita di cinque militari della Guardia di Finanza merita il carcere. Secondo questo giudice no. E’ una cosa strana. E’ una sentenza che a me ha provocato vergogna e rabbia. Poi ognuno dica quello che vuole».

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mercoledì, 3 Luglio 2019 - 17:14
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