Nemmeno il tempo concludere il capitolo ‘Carola Rackete’, il capitano della Sea Watch3 scarcerata dopo quattro giorni di arresti domiciliari, che un’altra nave umanitaria si dice pronta a forzare il ‘blocco’ a Lampedusa.
La Alan Kurdi, della ong tedesca Sea Eye, che ieri ha salvato 65 migranti ha fatto rotta verso l’isola siciliana ed ora è ferma in acque internazionali al largo di Lampedusa. «La Guardia di Finanza è passata di persona per consegnare il decreto di Salvini: il porto è chiuso. In Germania, invece, più di 70 città sono disposte ad accogliere le persone salvate. Abbiamo urgente bisogno di un porto sicuro». È la stessa ong che sui social spiega di non voler raggiungere lo Stato teutonico per poter sbarcare il prima possibile.
«Non ci facciamo intimidire da un ministro dell’Interno, piuttosto ci dirigiamo verso il porto sicuro più vicino. La legge del mare dovrebbe essere applicata sempre, anche se un rappresentante del governo si rifiuta di seguirla»: è un altro tweet lanciato dall’organizzazione non governativa contro la decisione del leader della Lega di vietare l’ingresso nelle acque territoriali. Dal canto suo Salvini è tornato ad intonare che i «porti sono chiusi»: «È tedesca, può andare in Germania!», ha scritto su Twitter, evidenziando che al capitano della nave è stato già notificato di il divieto di sbarco. Il decreto è stato firmato dal capo del Viminale e dai colleghi Danilo Toninelli, del ministero dei Trasporti, ed Elisabetta Trenta, della Difesa.
«Se disubbidirà – avverte il vicepremier – ci saranno tutte le conseguenze del caso. Chi infrange le leggi in Italia risponde delle sue scelte». Uno slogan che alle Ong fa adesso meno paura dopo i risvolti del caso di Carola Rackete, tanto è vero che le organizzazioni rilanciano: «Se necessario lo rifaremo».
Dopo la scarcerazione di Rackete, i rappresentanti delle maggiori ong hanno confermato il loro impegno. «Continueremo a prestare soccorso nel Mediterraneo e a condurre le operazioni così come stiamo facendo, secondo le normative internazionali – hanno dichiarato durante la conferenza stampa tenuta a Roma – Come appunto ha riconosciuto l’ordinanza del gip di Agrigento». La tedesca Alan Kurdi non è l’unica ad aggirarsi nelle acque del Mediterraneo. Il veliero Alex di Mediterranea è ferma al limite delle acque territoriali italiane, a sud di Lampedusa con a bordo 46 migranti. Come alla Alan Kurdi, è stato fatto divieto all’imbarcazione di approdare in Italia. Un ordine per la ong «illegittimo perché non può applicarsi ad una nave che ha effettuato un’operazione di soccorso. E perché non può essere vietato a una bandiera italiana ingresso nelle acque del proprio Paese».
La soluzione potrebbe arrivare da Malta che ieri ha dato la disponibilità per ad accogliere i migranti, in cambio però del trasferimento in Italia di altri 55 migranti fino ad ora ospitati da La Valletta. Le trattative, secondo il leader del Carroccio, sono ancora in corso. «è un porto sicuro europeo e non si capisce perché questi trafficanti debbano decidere dove andare e non andare», attacca Salvini. «Un mercato indegno di esseri umani», accusa Filippo Miraglia responsabile immigrazione dell’Arci, «la disponibilità di Malta è rimasta per ora sulla carta. Nessuna nave – né italiana né maltese – si è fatta avanti».
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sabato, 6 Luglio 2019 - 15:52
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