Vilipendio, Salvini ‘fugge’ dal processo: udienza rinviata per legittimo impedimento Un prof per smontare le offese alle toghe

Matteo Salvini (foto Kontrolab)
di Tina Raucci

Un docente universitario di Lettere è chiamato ad allontanare da Matteo Salvini le accuse di vilipendio contro la magistratura. In veste di testimone il professore accademico è il nuovo asso della manica della strategia difensiva del leader della Lega finito sul banco degli imputati a Torino dopo che, nell’ottobre scorso, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha firmato ben nove autorizzazioni a procedere inviate da diverse procura nei confronti di altrettanti politici per vilipendio. 

A Salvini vengono imputate alcune affermazioni che risalgono al 14 febbraio del 2016, rilasciate durante un evento della Lega a Collegno (Torino): «Difenderò qualunque leghista venga indagato da quella schifezza che è la magistratura». Allora Matteo Salvini si schierò apertamente contro i giudici in riferimento agli sviluppi giudiziari dello scandalo ‘rimborsopoli’ che ha coinvolto vari consiglieri regionali della Liguria, tra i quali l’attuale viceministro leghista Edoardo Rixi che per questa storia è stato condannato (a marzo) a 3 anni e 5 mesi per peculato. Se il Tribunale accetterà la sua testimonianza, il professore offrirà delucidazioni relativamente alla «portata inoffensiva delle parole, locuzioni ed espressioni» attribuite a Matteo Salvini nel 2016. Il docente è infatti stato chiamato in causa dai legali del vicepremier per sgomberare il campo da ogni tipo di responsabilità penale. Per farlo dovrà far leva su argomentazioni circa la semantica e l’eloquio ordinario. Sul caso in esame l’avvocato Eccher, difensore del ministro, non ha dubbi: «Col tempo il linguaggio cambia e ci sono espressioni che perdono la loro carica di offensività», ha dichiarato a margine dello slittamento dell’udienza. Il legale ha inoltre sgomberato il campo da ogni dubbio, chiarendo che il suo assistito intenderà prendere parte al processo e non sottrarsi al giudizio del Tribunale. «Vorrei anche ricordare che frasi assai più pesanti indirizzate a Salvini sono state considerate accettabili, o veicolate nell’alveo della critica politica, anche in sede giudiziaria» ha inoltre dichiarato Eccher.

Se la strategia processuale di Salvini è chiara, l’incertezza invece ruota tutta attorno all’effettivo avvio del processo. Anche l’udienza in programma per la giornata di ieri, venerdì 5 luglio, è infatti saltata. Ed è saltata per un legittimo impedimento di Salvini che era impegnato a Trieste. Il punto è che Salvini, come specificato dal suo avvocato, vuole essere presente in aula, il che é un suo diritto e il Tribunale ha il dovere di rispettarlo. Ma, sino a quando il ministro dell’Interno si assenterà giustificandosi con impegni istituzionali contestuali alle udienze programmate non sarà possibile procedere con i ‘lavori’. La prossima udienza è fissata per il 5 novembre. Chissà se per quella data il vicepremier troverà il tempo di recarsi in aula.

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sabato, 6 Luglio 2019 - 12:07
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