Che la Circumvesuviana abbia serie difficoltà lo raccontano tutti i giorni i pendolari. Quelli che tutti i giorni devono spostarsi tra Napoli e i comuni della provincia e viceversa. L’ultimo disagio in ordine di tempo è di stamattina: il treno delle 9.37 che sarebbe dovuto partire da Sorrento è stato soppresso. Chi era in attesa del convoglio ha dovuto attendere la corsa successiva, quella delle 10.37, che è partita pure con mezz’ora di ritardo. Con il risultato che, allo stress per la snervante attesa, si è aggiunta la calca delle persone poi ammassatasi nel treno. Le proteste sono state immancabili e comprensibili. Vedere un treno della Circum arrivare in orario è ormai un evento eccezionale. Pochi giorni fa, come documentato da Giustizia News24, un macchinista – in modo ironico – ha sottolineato dall’altoparlante come il suo treno fosse arrivato a Piazza Garibaldi (era partito da Sorrento) «in perfetto orario. Abbiamo solo un minuto di ritardo». Sottolineando così la portata eccezionale di un evento che dovrebbe essere la regola. Storie che danno la misura dei guasti di un trasporto pubblico che un tempo ormai lontano era un fiore all’occhiello della mobilità.
Che le cose non funzionino lo sa anche il presidente della Eav – società responsabile della Circumvesuviana – Umberto De Gregorio, che poche ore ha affidato a Facebook uno sfogo. Nel lungo post De Gregorio ammette che «il servizio funziona ancora male» e comprende dunque la rabbia dei pendolari: «Che i pendolari si lamentino del servizio della Circumvesuviana è comprensibile: il servizio funziona ancora male». Quindi, senza nascondersi, spiega cosa non funziona: «La carenza di personale produce effetti negativi, occorre un urgente ricambio generazionale e forze nuove perché il personale è davvero ridotto ai minimi termini. Entro Poche settimane assumiamo 20 giovani ingegneri, a seguire macchinisti, operai ecc. Oggi sulla circumvesuviana mancano treni e personale per condurre i treni. Il servizio è carente? È un miracolo che esista».
Tuttavia De Gregorio non ci sta agli attacchi di Armando Cesaro, capogruppo di Forza Italia in Regione Campania, che ha chiesto le dimissioni di De Gregorio. Questo perché, sostiene in sintesi il presidente dell’Eav, sono stati sforzi enormi per rianimare una società che era praticamente morta. «Che Cesaro chieda le mie dimissioni è ovvio: potrebbe mai ammettere che l’azienda che aveva lasciato quattro anni fa in fallimento, oggi ha riaperto tutti i cantieri, indetto gare per nuovi treni, programmato 350 assunzioni che perfezionerà entro l’anno, risanato il bilancio, che oggi è tra i primi d’Italia in termini di solidità con un patrimonio che è passato da 10 a 150 milioni di euro in tre anni?». Quindi De Gregorio spiega i passi fatti durante la sua gestione: «I primi due anni del mio mandato li ho impiegati a scongiurare un fallimento dato per certo: basta con la favola del regalo di 600 milioni! Nessun regalo, ho solo svolto il mio dovere di amministratore ed Incassato un credito che ho trovato già iscritto in bilancio, per pagare debiti per 750 milioni. Cosa che ho fatto firmando, faticosamente e coraggiosamente, centinaia di transazioni e portando avanti un piano certificato da Deloitte che ha consentito alle casse pubbliche un risparmio di oltre 100 milioni di euro (a fronte di perdite per 330 milioni negli anni 2012-15). Sono numeri certificati, non opinioni. Una volta risanato il bilancio abbiamo potuto programmare assunzioni ed investimenti». Per De Gregorio la sfida è complicata, ma è una sfida a cui non intende sottrarsi. Cesaro è avvisato: De Gregorio non farà alcun passo indietro.
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lunedì, 8 Luglio 2019 - 15:52
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