Omicidio del baby boss Sibillo: l’Appello conferma 3 ergastoli ai Buonerba, sconto di pena solo per Manna

Emanuele Sibillo
Emanuele Sibillo, il baby boss di Forcella ammazzato nel luglio 2015

Un ergastolo cancellato e sostituito con una condanna più ‘morbida’. Tre fine pena mai e due condanne che oscillano tra i 12 e i 15 anni e mezzo di reclusione. Si è concluso così, pochi minuti prima delle tre di oggi pomeriggio, il processo di secondo grado sull’omicidio di Emanuele Sibillo, il baby boss dell’omonimo clan che venne ammazzato in via Oronzio Costa a Napoli nel luglio del 2015. La sentenza è stata emessa dai giudici della quarta sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli che hanno confermato quasi in toto le conclusioni del giudice per le indagini preliminari Piccirillo del Tribunale di Napoli all’esito del giudizio abbreviato. Tradotto in numeri, l’ergastolo è stato disposto per il giovane ras Gennaro Buonerba, per Antonio Amoroso e per Luigi Criscuolo. A nulla sono valse le ammissioni dell’addebito fatte dagli imputati già nel rito abbreviato; la difesa aveva puntato su quelle ‘confessioni’ per chiedere le attenuanti generiche e dunque lo sconto di pena.

Chi, invece, ha beneficiato dello sconto di pena è stato Andrea Manna, che in primo grado si era visto comminare la pena dell’ergastolo. Difeso dall’avvocato Mauro Dezio, Manna si è visto accordare le attenuanti generiche ed è stato condannato a 20 anni. In apertura del processo di secondo grado Manna ha ammesso le sue responsabilità. Tutti e quattro gli imputati rispondevano di omicidio con le aggravanti delle armi illegalmente detenute, della premeditazione e dell’aggravante della matrice camorristica per avere agito al fine di agevolare la cosca dei Buonerba, quella che era in guerra con i Sibillo. Un lievissimo sconto di pena è stato accordato anche a Vincenzo Rubino, che rispondeva di triplice tentato omicidio con l’aggravante della matrice camorristica: la Corte d’Assise d’Appello di Napoli gli ha scalato sei mesi dalla precedente condanna e gli ha inflitti 15 anni e 4 mesi di reclusione. Confermata, infine, la pena a 12 anni per il ras pentito Maurizio Overa, che è stato un affiliato di primo piano al clan Mariano dei Quartieri Spagnoli e che si era avvicinato ai Buonerba perché il boss (pentito) Marco Mariano – dal carcere – gli diede mandato di appoggiare i ‘capelloni’ in quanto loro nuovi ‘amici’.

Proprio Overa ha chiarito alcuni dei retroscena dell’omicidio di Emanuele Sibillo: fu lui a consigliare ai Buonerba di colpire Sibillo durante una delle sue ‘invasioni’ in via Oronzio Costa (il regno dei Buonerba). Cosa che avvenne la sera del 2 luglio del 2015 in quel tratto di strada che i Buonerba avevano ribattezzato il «vicolo della morte».  Il baby boss Sibillo si recò lì insieme al fratello Pasquale (detenuto in carcere) e ad altre due persone per compiere una ‘stesa’, un atto di forza per dimostrare ai Buonerba di poterli aggredire in qualsiasi momento. I Buonerba, però, alla vista dei Sibillo aprirono immediatamente il fuoco, uccidendo Emanuele, che aveva appena 19 anni. All’indomani dell’omicidio i Buonerba, come raccontato dal pentito Overa, brindarono all’omicidio stappando una bottiglia di champagne.

Leggi anche:
– Cuginetti uccisi a Vittoria: diritto di difesa messo in discussione da avvocati, Ucpi costretta a ricordare il dovere di difendere
– Carceri, ecco il piano mobilità del Dap: in arrivo 1162 nuovi agenti penitenziari
– Nel Napoletano padre uccide la figlia di 16 mesi e poi tenta il suicidio
– Trascinata dall’auto dell’ex e uccisa, l’Appello riscrive la storia: fu omicidio preterintenzionale, 8 anni all’imputato
– Bancarotta ed evasione, 4 persone ai domiciliari e 2 finanzieri in carcere Sequestrato il Castello Aragonese di Ischia
– Bambini investiti e uccisi dal Suv a Vittoria, oggi la convalida del fermo per Greco: accusato di omicidio stradale
– Incendi, bombe e minacce telefoniche a Vico Equense per sottrarre gli appalti a ditta concorrente: 2 arresti | Video

martedì, 16 Luglio 2019 - 15:29
© RIPRODUZIONE RISERVATA