E’ morto lo scrittore Andrea Camilleri,
il ‘padre’ del commissario Montalbano

Andrea Camilleri

Andrea Camilleri è morto. Lo scrittore siciliano si è spento alle ore 08.20 di oggi all’Ospedale Santo Spirito di Roma. Lo comunica «con profondo cordoglio» la Asl Roma 1. «Le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali», fanno sapere i sanitari. «Per volontà del Maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio», conclude la Asl. Il 17 giugno scorso fu ricoverato all’Ospedale Santo Spirito di Roma per un arresto cardiaco.

Scrittore ma anche sceneggiatore, regista, drammaturgo e docente: Andrea Camilleri è stato un protagonista a tutto tondo della scena culturale di fine ‘900 e dei primi decenni del 2000. Malgrado la forte connotazione siciliana, le sue opere hanno valicato i confini nazionali e hanno venduto oltre 30 milioni di copie in tutto il mondo con traduzioni in 120 lingue. Nato a Porto Empedocle (Agrigento) il 6 settembre 1925, Andrea Camilleri è stato una figura di grande rilievo nella letteratura italiana del 20esimo secolo e di questo inizio del 21esimo, un autore tradotto in almeno 30 lingue e che ha venduto oltre di 30 milioni di copie di libri. Da quando è stato colpito da cecità a novant’anni, Camilleri ha scritto i propri libri dettandoli alla sua assistente Valentina Alfieri, «l’unica che sa scrivere nella lingua di Montalbano, anche se è abruzzese».

Dopo una parentesi di vita in un collegio vescovile, dal quale venne espulso per aver lanciato uova contro un crocifisso, Camilleri cominciò a studiare al liceo classico per poi iscriversi nel 1944 alla facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, senza perà conseguire la laurea. Nel 1949 venne ammesso all’Accademia di Arte drammatica ‘Silvio d’Amico’ e qui pose le basi per la sua carriera da regista e autore, sia per la televisione (famosi i polizieschi come Il Tenente Sheridan e il Commissario Maigret) che per il teatro (fu il primo a portare in Italia Samuel Beckett). Sposato dal 1957 con Rosetta Dello Siesto, ha avuto tre figlie: Andreina, Elisabetta e Mariolina.

I suoi più grandi successi di pubblico di questi anni sono legati senza alcun dubbio alla figura del Commissario Montalbano, da cui nasce la serie di romanzi e racconti composta a oggi da una quarantina di titoli. E dal 1999 la sua trasposizione televisiva realizzata dalla Rai con l’attore Luca Zingaretti, ex allievo di Camilleri all’Accademia d’arte drammatica, ha contribuito ad accrescere ancor di più il successo dello scrittore. Sembrerebbe che nel 2006 lo scrittore abbia consegnato all’editore Sellerio l’ultimo libro che conclude la storia di Montalbano, chiedendo che questo venisse pubblicato dopo la sua morte.

Tra i libri più venduti di Andrea Camilleri ricordiamo Un filo di fumo (1980), La stagione della caccia (1992), La forma dell’acqua (1994), Il birraio di Preston (1995), Il cane di terracotta (1996), La concessione del telefono (1998), La scomparsa di Patò (2000), Il re di Girgenti (2001), L’odore della notte (2001), La pazienza del ragno (2004), Un covo di vipere (2013), Donne (2014). Molti romanzi scritti da Camilleri si caratterizzano per un linguaggio tra l’italiano e il dialetto siciliano, peculiarità che nacque quando assistette il padre morente. Lo scrittore gli raccontò una storia che avrebbe voluto pubblicare. Un po’ in dialetto e un po’ in italiano, «come si parlava tra di noi», e alla fine il padre gli consigliò di scriverla «come l’hai raccontata a me». E Camilleri la scrisse nel libro “Il corso delle cose”, da allora quel modo di scrivere diventò uno dei tratti distintivi delle sue opere. Nel 2019, con Km 123 e Il cuoco dell’Alcyon, Camilleri è rimasto molte settimane in cima alle classifiche dei libri più venduti in Italia.

Sempre critico e impegnato civilmente, lo scrittore aveva attaccato solo qualche giorno fa il leader leghista Matteo Salvini ai microfoni di Radio Capital. Intervistato da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto a Circo Massimo, aveva detto: «Non credo in Dio, ma vedere Salvini impugnare il rosario dà un senso di vomito. E’ chiaro che tutto questo è strumentale fa parte della sua volgarità». Il ministro dell’Interno aveva risposto sui social: «Scrivi che ti passa».

mercoledì, 17 Luglio 2019 - 10:35
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