Inchiesta sull’ospedale di Caserta, tra gli indagati spunta un big: Domenico Zinzi è accusato di peculato

Ospedale Caserta
di Gianmaria Roberti

C’è anche un big della politica campana, tra gli indagati dell’inchiesta sull’ospedale di Caserta, sfociata oggi nell’esecuzione di sei misure cautelari. L’ex presidente della provincia di Caserta, Domenico Zinzi, è accusato per due ipotesi di peculato in concorso. I pm di Santa Maria Capua Vetere gli contestano di essere tra i beneficiari di esami clinici «senza – recita l’ordinanza del gip Ivana Salvatore – la doverosa prenotazione» attraverso il Cup, effettuati «sotto forma di piaceri». Ex deputato Udc e sottosegretario alla salute, Zinzi avrebbe chiesto di sottoporre ad analisi alcuni campioni di sangue, da prelevare ad una parente. La vicenda emerge da alcune intercettazioni. «Il tenore delle telefonate – si legge nell’ordinanza di misura cautelare – è chiarissimo. Grillo Angelina (indagata finita in carere, ndr) apprende dal collega Golino Vincenzo (indagato, ndr) che Domenico Zinzi ha chiamato in ospedale, chiedendogli di fare un prelievo» alla parente, e «di eseguire alcune analisi presso il laboratorio ospedaliero». Grillo e Golino «cercano di capire il tipo di esami da fare (preoccupandosi di fare brutta figura)».

Angelina Grillo è dipendente del reparto di Patologia Clinica del “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta. «Le telefonate intercettate nei giorni seguenti – scrive il gip – confermano che il 17 agosto 2016 gli indagati hanno effettivamente espletato gli accertamenti richiesti dal dottor Zinzi, Il Golino contatta infatti la Grillo spiegandole come recapitare il referto a Zinzi». Il politico, quindi, riceverebbe direttamente a casa i risultati delle analisi. «Le premure dei due indagati (che si preoccupano addirittura di consegnare a domicilio il referto) – osserva il giudice – sono premiate da una telefonata di ringraziamento, ricevuta il 19 agosto da Grillo Angelina da parte di Domenico Zinzi». Il dialogo si svolge tra convenevoli di rito. L’ex deputato si mostra grato («Angela grazie!»). E la Grillo si schermisce («ma di che!»).

«Appare pacifico che – chiosa il gip – gli esami sono stati effettuati senza attivare il normale canale di accettazione a mezzo Cup, com’è confermato dalle irrituali modalità di richiesta telefonica, raccolta e consegna a domicilio di campioni e reperti. Del resto, da un riscontro incrociato con i dati ufficiali forniti dal Ced dell’ospedale di Caserta, in data 16 17 e 18 agosto 2016 non risulta, nell’elenco di coloro che sono stati sottoposti a prelievi del sangue e altri esami di laboratorio, il nome» della parente di Zinzi. «Deve, perciò, concludersi che – aggiunge l’ordinanza – gli esami del sangue» della donna «sono stati eseguiti in ospedale a titolo di cortesia/piacere con l’intercessione di Angelina Grillo, di Enzo Golino capo sala del Day Surgery e di Mimmo (l’indagato Napolitano, ndr) in servizio presso il laboratorio analisi dell’ospedale».

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mercoledì, 24 Luglio 2019 - 19:35
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