Avvocati, bufera al Consiglio di Nola:
 13 consiglieri ‘licenziano’ Visone e nominano un nuovo presidente, lui però non molla

Toghe
di Manuela Galletta

Un ribaltone. Che s’è consumato in un’interminabile giornata di braccio di ferro e che promette strascichi di lunga durata. L’avvocato Domenico Visone è stato ‘sollevato’ dalla carica, ricoperta da quattro mesi, di presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Nola ed è stato sollevato dal suo incarico da 13 consiglieri, che nella convulsa notte tra il 25 e il 26 luglio hanno votato per il subentro di Ciro Sesto come presidente.

Visone, però, che è stato volutamente assente a quella votazione costituente di fatto una ‘sfiducia’ e un ‘licenziamento’ dall’incarico che i consiglieri stessi gli avevano assegnato all’atto dell’insediamento del Coa, non intende andarsene e ha affidato a una nota trasmessa a un sito locale la propria posizione: «Il Presidente Domenico Visone non solo non ha rassegnato le proprie dimissioni, non solo non è stato surrogato, ma ha anche dibattuto, ed a lungo, sull’insussistenza delle censure mosse, smontate una ad una, il tutto nel segno della Probità e del Decoro che hanno sempre contraddistinto la sua attività forense ed il suo percorso di vita». Dunque Visone ritiene ancora di essere il presidente in carica, ma al contempo, con un atto di surroga che esiste ed stato verbalizzato a penna in una riunione terminata intorno alle 2 del mattino di ieri, 13 consiglieri hanno nominato al suo posto Ciro Sesto come presidente.

Una storia complicata che merita di essere raccontata dal principio. In totale disaccordo con la gestione dell’Ordine da parte di Domenico Visone, tredici consiglieri hanno regolarmente notificato a mezzo pec la richiesta di dimissioni/surroga di Visone, lamentando in buona sostanza che la politica fin qui espressa non rappresentasse l’avvocatura bruniana. Detta in altri termini, a Visone si contesta il non avere indetto elezioni per il rinnovo della Commissione Pari Opportunità; il non avere attivato la formazione; l’avere avviato la nascita di una nuova Fondazione. A muovere i pesanti rilievi sono anche consiglieri eletti nella lista di Visone, ossia ‘Avanti con l’avvocatura’, un dato che la dice lunga sul malcontento che serpeggia nelle fila del Consiglio. Nello specifico la richiesta di dimissioni/surroga del presidente porta la firma di Sonia Napolitano, Felice Carbone, Rosalba Carbone, Rosalba Lombardi, Salvatore Pandico e Ciro Sesto (tutti della lista Avanti con l’avvocatura); di Raffaele Curcio, Caterina Miranda e Lucio Barbato (della lista Ordine dinamico); di Carmine Amatucci, Ciro Barone, Luigi Manzi, Mario Piccolo, Annalisa Sebastiani (la lista Valori per l’avvocatura). Si arriva così a giovedì 25 luglio, giorno della convocazione del Consiglio: inizio della riunione ore 15.30. Il dibattito si apre con 20 consiglieri presenti su 21; all’appuntamento manca il vicepresidente Arcangelo Urraro. I 13 consiglieri ‘ribelli’ chiedono che come primo punto venga trattato quello delle dimissioni/surroga ma il presidente ribalta la scaletta e così prima si procede alla trattazione dei punti all’ordine del giorno, poi Visone passa a dettare una relazione nella quale contesta i rilievi a lui mossi. Un dettato infinito, ché Visone scandisce parola parola a chi è chiamato a verbalizzare tutto a pc. Il pc dell’Ordine. Le ore passano e si arriva a tarda notte, quando il presidente dispone la chiusura del verbale e ordinanza che non si proceda oltre con i lavori. Ma i consiglieri non ci stanno: c’è ancora quel ‘punto chiave’ da affrontare. Visone chiama anche i carabinieri per fare sgomberare il Consiglio, ma ovviamente non si può. E, allora, ecco che il presidente decide di prendere il pc dell’Ordine, utile alla verbalizzazione, e se ne va, lasciando i consiglieri attorno al tavolo. Subito dopo di lui se ne vanno altri cinque consiglieri.

Restano in 14. C’è ancora la maggioranza e dunque i consiglieri riaprono il verbale, stavolta scrivendo su un pezzo di carta, e procedono all’atto di surroga, rifacendosi all’art.28 del regolamento intero al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Nola. In 13 votano sì alla surroga e scelgono Sesto come nuovo presidente, un solo consigliere si astiene. Si arriva così al 26 mattina quando l’avvocatura nolana si risveglia con la notizia del ribaltone. Una notizia che filtra prima, in maniera sintetica ma esaustiva, su un blog e poi fa il giro dei social tra lo sgomento e la sorpresa di civilisti e penalisti che fanno fatica a capire cosa sia accaduto. Quando il dibattito diventa inteso, Visone manda una nota di chiarimento al sito di informazione locale ilmediano.com attraverso la quale passa al contrattacco sostenendo che «se vi è una sola riga di verbale successiva alla chiusura disposta dal Presidente Visone, effettuata su invito del Presidente del Tribunale di Nola di non protrarre oltre i lavori, in assenza di autorizzazione e dei requisiti minimi di sicurezza di permanenza nei locali del Tribunale,  la stessa è stata redatta in dispregio di qualsivoglia norma, di legge e/o regolamentare, con arbitraria ed illegittima estensione degli argomenti posti all’ordine del giorno, tra i quali non era ricompreso la determinazione sull’applicabilità dell’istituto della surroga». I 13 consiglieri che hanno proceduto alla surroga, dal canto loro, sono tranquilli essendosi rifatti ad un regolamento interno all’Ordine. Resta adesso da capire cosa accadrà a Nola considerato che c’è un presidente ‘sfiduciato’ che però ritiene ancora di essere in carica e che c’è un nuovo presidente nominato con un atto di surroga.

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sabato, 27 Luglio 2019 - 16:18
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