Governo, Di Maio non vuole la rottura: «A settembre voto sul taglio dei parlamentari» Ma dalla Lega insistono: «Andare al voto»

I vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio

Un incontro «interlocutorio» e di carattere «informativo». Un’ora di faccia a faccia, tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per «fare il punto della situazione». La crisi di metà agosto del Governo preoccupa non poco il Capo dello Stato.

La matta in mano ce l’ha Salvini, anche perché i Cinque Stelle non sembrano intenzionati a fare saltare il banco benché duramente provati, soprattutto nei confronti del proprio elettorato, dalla bocciatura della loro mozione anti-Tav in Senato. E’, infatti, un post su Facebook di Luigi Di Maio a lasciare trasparire la volontà di andare avanti nonostante tutto. «I giochini di palazzo non ci sono mai piaciuti e questo dibattito sulle poltrone inizia a stancarmi», scrive il leader grillino rispondendo alle accuse rivolte da più parti ai parlamentari pentastellati. «Siamo andati al Governo non per chiederle, ma per tagliarle. E lo abbiamo messo nero su bianco nel contratto, insieme alla Lega», precisa. Quindi Di Maio parla guardando al futuro: «C’è una riforma del Movimento 5 Stelle – aggiunge – che aspetta l’ultimo voto il 9 settembre. Il 9 settembre taglieremo definitivamente 345 parlamentari. Significa che alle prossime elezioni molti vecchi politicanti dovranno iniziare a cercarsi finalmente un lavoro». Una riforma che Di Maio definisce «epocale contro i privilegi dei politici e in favore del buon senso (…) Manca solo l’ultimo voto e mi auguro nessuno si tiri indietro all’ultimo minuto, sarebbe gravissimo. Anzi, sarebbe un segnale al Paese. Il segnale di chi non vuol cambiare nulla. Le parole sono belle ma non bastano. Servono i fatti».

Il post è chiaro e rivelatore delle intenzioni di Luigi Di Maio di non rompere il matrimonio con la Lega. Ma a questo punto bisognerà capire sino a che punto i grillini sono disposti ad accettare le condizioni che Salvini, secondo fonti politiche, vorrebbe dettare per cambiare passo al Governo. Se il leader della Lega continua a ripetere che non vuole «una sola poltrona in più», lasciando intendere che la ‘spartizione’ dei ministeri non si tocca e non andrà a vantaggio della Lega, è però pure vero che Salvini vorrebbe un rimpasto. Vorrebbe cioè nuovi volti in alcuni dei ministeri oggi assegnati ai Cinque Stelle, quelli sui quali ci sono stati i maggiori attriti con Salvini: a rischio dunque Danilo Toninelli, Elisabetta Trenta e il tecnico Giovanni Tria. Ecco perché adesso i riflettori sono tutti puntati su Salvini. Bisognerà capire se il leader della Lega è disposto a fare un passo indietro sulle pretese avanzate ieri sera a Conte oppure se sarà irremovibile.

Tuttavia dalla Lega continuano a smentire le voci del rimpasto ed anzi lanciano una dichiarazione che rischia di alimentare ancora di più questo fuoco accesso col voto sulla Tav. «C’e’ la consapevolezza – si legge in una nota della Lega- e la presa d’atto che, dopo le tante cose buone fatte, da troppo tempo su temi fondamentali per il Paese come grandi opere, infrastrutture e sviluppo economico, shock fiscale, applicazione delle autonomie, energia, riforma della giustizia e rapporto con l’Europa tra Lega e Cinque stelle ci sono visioni differenti». Il voto «sulla Tav – continuna la Lega – ne è solo l’ultima, evidente, irrimediabile certificazione. L’Italia ha bisogno di certezze e di scelte coraggiose e condivise, inutile andare avanti fra no, rinvii, blocchi e litigi quotidiani. Ogni giorno che passa è un giorno perso, per noi l’unica alternativa a questo governo è ridare la parola agli italiani con nuove elezioni».

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giovedì, 8 Agosto 2019 - 14:59
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