Pd-5Stelle anche per le Regionali, il sogno di Zingaretti che irrita i grillini. Ciarambino: «Mai con il nemico della Campania»

Vincenzo De Luca, Governatore della Regione Campania
di Roberta Miele

Venti giorni per passare dai sovranisti ai globalisti. Venti giorni per mandare all’aria il contratto di governo e discutere di un nuovo esecutivo finora aborrito dai neo alleati. È così che quello che un attimo prima sembrava uno scenario impensabile per Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, in queste ore sta prendendo forma. La forma della nuova maggioranza di governo.

Un colpo di scena si potrebbe dire. L’abbattimento di un primo tabù. Primo, sissignore. Perché dopo l’apertura ad un Conte bis con i grillini, il segretario dem Nicola Zingaretti, durante la direzione del partito, ha sdoganato l’idea di possibili alleanze locali con i pentastellati in vista delle elezioni regionali. Insomma, il calcio di inizio per la formazione di un unico fronte contro la destra anche nelle singole regioni è stato dato. Umbria, Calabria, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna: «elezioni difficili», per bocca di Zingaretti, che il Pd dovrà affrontare stringendosi «accanto a chi li combatterà in prima fila. Dobbiamo fare ogni sforzo per costruire in ciascuna di queste realtà l’offerta politica e programmatica più credibile». E qui il crollo del veto: «Anche naturalmente sul versante di alleanze che il nuovo quadro politico potrà favorire, ma che comunque andranno verificate e costruite sempre sul primato di valori e programmi condivisi».

Il primo banco di prova potrebbe essere proprio l’Umbria, che andrà al voto il 27 ottobre. Ma per riuscire nell’impresa di trovare un accordo tra grillini e democratici sarà necessaria una corsa contro il tempo. E di una «immediata costituzione di un tavolo politico intorno al quale il M5s, i partiti, i movimenti civici e le forze storiche della coalizione si confrontino sui contenuti e sui programmi per la nascita di una esperienza politico-istituzionale di ‘Regione-Laboratorio’» ha parlato la presidente dell’Assemblea legislativa regionale Donatella Porzi. L’ipotesi può solo giovare ai democratici che da soli, dopo lo scandalo sulla sanità che ha coinvolto la presidente dem Catiuscia Marini, rischiano seriamente di non farcela.
Le reazioni alle dichiarazioni del presidente della regione Lazio da parte di esponenti locali di entrambe le fazioni non sono tardate ad arrivare.

Il sottosegretario uscente del Movimento 5 Stelle dell’Emilia Romagna Michele Dell’Orco ha già chiuso la porta in faccia a qualunque «accordo di desistenza». Lo stesso è accaduto anche in Veneto, i cui consiglieri regionali pentastellati hanno sottolineato: «Non abbiamo mai fatto alleanze con altri partiti, né di maggioranza né di opposizione, e non abbiamo intenzione di iniziare adesso». Identica linea anche per la consigliera regionale grillina emiliana Silvia Piccinini, per la quale «non ci sono le condizioni per alcun tipo di accordo a livello regionale, a maggior ragione se questo dovesse essere fondato dalla paura che il Pd ha di perdere la regione». Medesima situazione in Toscana dove il capogruppo pentastellato Giacomo Giannarelli ha escluso alleanze con altri partiti. Più morbide invece le reazioni dei democratici. «Dobbiamo aprire con serenità e con coerenza un dialogo» con i cinquestelle, ha commentato il referente toscano di Zingaretti Valerio Fabiani, «coerentemente con quello che abbiamo affermato fin da subito, parlando di un governo fondato su un vero e proprio accordo politico». Nessuna fretta, invece, ha espresso il governatore toscano Enrico Rossi, che attende la formazione del governo nazionale.

Porte in faccia anche a qualunque eventuale alleanza in Campania. La Regione governata da Vincenzo De Luca andrà al voto l’anno prossimo. La capogruppo grillina in consiglio regionale Valeria Ciarambino è stata chiara: «Il Movimento 5 Stelle non sarà mai alleato con chi è nemico della Campania. E oggi il nemico numero uno della nostra amata terra, con la complicità della maggioranza Pd in Consiglio regionale, si chiama Vincenzo De Luca». Su scala nazionale, un accordo con i democrat, dovuto – ha continuato Ciarambino – «ad una legge elettorale che non consente la governabilità ad una sola forza politica» e con il scopo di portare avanti un «progetto di grande respiro per l’Italia con una figura alta di garanzia come Giuseppe Conte» non ha nulla a che vedere con presunte alleanze in Campania. «Non vediamo come un Movimento di onesti cittadini, nato sulla base di progetti, idee, programmi, valori, che mette al centro delle sue azioni le persone e i beni comuni, possa sedersi allo stesso tavolo con chi, come De Luca, rappresenta il peggio della politica tra fritture di pesce e clientelismo». Il governatore è colpevole per Ciarambino di avere calpestato «ogni principio di trasparenza e di meritocrazia pur di avocare a sé il potere di nomina in ruoli chiave dell’amministrazione regionale», come quando, tra i suoi primi atti, ha cambiato i criteri di nomina dei manager nella sanità». L’ultimo scontro, invece, si è giocato – e continua a giocarsi – sulla pelle dei 471 navigator che attendono di prendere servizio. Il presidente, secondo la capogruppo, non ha firmato la convenzione Anpal che consentirebbe ai vincitori della selezione nazionale di prendere servizio «per un puro dispetto» al capo politico grillino «con il solo intento di far fallire il reddito di cittadinanza».

D’altro canto, nonostante le dichiarazioni dei colleghi di partito, la benedizione di De Luca su un eventuale accordo sembra pressoché impensabile. Memorabili le parole (e i gesti) che ha riservato ai grillini in cinque anni. Dal dito medio mostrato dal presidente ai pentastellati durante un consiglio regionale, passando per l’epiteto di «chiattona» riferito a Ciarambino. Non meno crudele si è mostrato con gli esponenti nazionali. Il capo del dicastero dei Trasporti Danilo Toninelli è diventato «Ministro del trucco e parrucco». Per non parlare del commento al ‘mandato zero’ dei parlamentari grillini spiegato da Di Maio. «Non siamo alle palle, ma alle mongolfiere. Questo, oltre a litigare con la storia e con la geografia, si è messo a litigare pure con la matematica»: l’affondo di De Luca.

Leggi anche:
–Giustizia a Bari, a settembre la prima udienza in un’unica sede: gli uffici giudiziari situati nell’ex Torre Telecom
– Spari dopo una partita di calcetto a Frattaminore: preso anche il rivale
– Migranti, l’appello della Mare Jonio: «Manca l’acqua a bordo, fateci sbarcare». Donne e bambini sono stati fatti scendere
– Capalbio, bimbi giù dalla finestra: stavano giocando, hanno 5 e 11 anni
– Napoletani scomparsi in Messico, ora in campo anche la Federazione Interamericana Avvocati
– Napoli, paziente finisce in coma: due inchieste sull’ospedale del Mare. La figlia: è allergica, le hanno dato un antibiotico
– Matera, due operai morti nel pozzo di una discarica: uccisi dalle esalazioni di gas
– Migranti, la Mare Jonio in balia delle onde: ora per Pd e Cinque Stelle scoppia la ‘grana’ della legge ‘sicurezza bis’
– Campania, appello dei navigator ‘fantasma’ a Conte: «Presidente, metta fine a questa violenza istituzionale»

venerdì, 30 Agosto 2019 - 16:23
© RIPRODUZIONE RISERVATA