Anche il ministero della Giustizia, retto da Alfonso Bonafede, si muove sul caso del permesso premio, per festeggiare a casa i suoi 18 anni, concesso a uno dei ragazzi che ha ucciso a sprangate la guardia giurata Francesco Della Corte nel marzo dello scorso anno. Gli ispettori di via Arenula sono stati incaricati di svolgere accertamenti preliminari sul permesso: dovranno cioè valutare la la correttezza della procedura seguita e se vi siano state eventuali condotte disciplinarmente rilevanti a carico di chi ha concesso il permesso.
La storia è ormai nota. Nel marzo dello scorso anno Francesco Della Corte viene aggredito all’esterno della Metro di Piscinola da tre minorenni che vogliono portargli via la pistola. Lui reagisce e viene brutalmente aggredito, colpito con una spranga e ucciso. I tre minori, che all’epoca aveva 15,16 e 17 anni, vengono identificati grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza e una decina di giorni dopo vengono arrestati. A gennaio scorso arriva anche la condanna all’esito del processo con rito abbreviato che si svolge dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i Minorenni di Napoli: a ciascuno di loro viene inflitta una condanna a 16 anni e 6 mesi.
A fine luglio la figlia di Francesco Della Corte rintraccia però sul profilo Facebook del più grande una foto che la ferisce: il più grande di quei ragazzi è a casa e sta festeggiando i suoi 18 anni. Passa poco più di un mese e la ragazza decide di scrivere ai giudici e raccontare la storia ai giornali. Una storia sulla quale adesso anche il ministero della Giustizia vuole vederci chiaro.
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mercoledì, 11 Settembre 2019 - 12:57
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