Rifiuti interrati nel sito di stoccaggio andato a fuoco: titolare accusato di gestione illecita e inquinamento

marcianise

La guardia di finanza ha arrestato su ordine del gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere (in provincia di Caserta) l’imprenditore operativo nel settore ambientale Angelo Egisto, proprietario della Lea srl, sito di stoccaggio di rifiuti ubicato nell’area industriale di Marcianise (Caserta), teatro di un grave incendio nell’ottobre 2018, mentre era sotto sequestro, che mandò in cenere tonnellate di rifiuti umidi e indifferenziati accumulati nel capannone dell’azienda generando una nube tossica.

Egisto, finito in carcere con un suo ex dipendente, il 36enne Violante Marasco, secondo la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha coordinato le indagini, avrebbe interrato una grande quantità di rifiuti nel piazzale della Lea per evitare i costi di smaltimento, provocando la concentrazione a livelli alti di sostanze cancerogene; le opere di interramento – è emerso – sarebbero state realizzate tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018, prima del rogo dunque, dallo stesso Egisto e da Marasco, suo autotrasportatore di fiducia.

I due rispondono di gestione illecita di rifiuti e inquinamento ambientale. I finanzieri della Compagnia di Marcianise hanno accertato che i due avrebbero lavorato di notte, da soli, senza altri dipendenti e con i cancelli rigorosamente chiusi; peraltro, proprio nei giorni in cui sarebbero andati avanti i lavori, le telecamere interne del sito, hanno scoperto i finanzieri, non erano funzionanti.

I militari hanno raccolto le prove dell’interramento dalle dichiarazioni di altri dipendenti, e soprattutto dai carotaggi effettuati da un consulente tecnico nominato dalla Procura diretta da Maria Antonietta Troncone; prelievi che hanno evidenziato la presenza nel sottosuolo, fino a cinque metri di profondità, di scarti derivanti da costruzioni e demolizioni e di rifiuti urbani non differenziati, nonchè la concentrazione nel terreno, in livelli di pericolo per l’uomo, di un elemento chimico cancerogeno come l’antimonio. Le opere di interramento hanno preceduto di qualche mese il sequestro della Lea operato dalla Finanza, nell’ottobre 2018.

I sigilli furono apposti perché Egisto in quel periodo aveva accumulato nel capannone aziendale tonnellate di rifiuti umidi e indifferenziati oltre i limiti autorizzati, con versamento di percolato; circostanza che aveva sollevato proteste nella popolazione, a causa del cattivo odore prodotto dai rifiuti, e da parte soprattutto del sindaco di Marcianise Antonello Velardi, che aveva stazionato con sdraio e ombrellone all’esterno della Lea. Intervennero così le Fiamme Gialle, ma pochi giorni dopo quegli stessi rifiuti andarono a fuoco; sul rogo le indagini continuano. Qualche mese fa la Procura ha autorizzato Egisto a rimuovere quel materiale in parte combusto, ma ciò non è ancora avvenuto.

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lunedì, 16 Settembre 2019 - 14:55
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