Csm, la carica degli indipendenti che sfida la degenerazione delle correnti e vuole esaltare il merito | Tutti gli interventi


Un boom di candidati indipendenti, di magistrati cioè che non fanno parte di alcuna delle ‘correnti’ in cui è divisa la magistratura e che mai hanno partecipato all’associazionismo. Qualcuno si definisce ‘candidato di strada’, qualche altro si limita a presentarsi come ‘indipendente’, altri ancora si presentano come magistrati che hanno ‘solo lavorato’. Tutti, ad ogni modo, hanno deciso di «andare oltre lo spirito di servizio e la mera presenza» (per dirla con la parole della candidata Paola Cameran) perché il momento è delicato, perché «siamo di fronte ad una crisi di sistema» ed è dunque necessario «metterci la faccia».

Soprattutto è necessario provare a cambiare le cose, perché – come è facile cogliere dai discorsi di molti candidati – il Csm è stato pesantemente condizionato, nel tempo, dalle ‘correnti’ e con esso anche le nomine dei capi di procura o di altri incarichi direttive e semidirettivi. E, invece, la richiesta attuale e sentita è che vengano premiati il «merito», il «lavoro», la «qualità» e le reali capacità, introducendo un nuovo metodo di valutazione che vada oltre quello che qualcuno ha definito «curriculum virtuali».

Eccoli, dunque, i 16 magistrati che domenica 6 e 7 ottobre concorreranno per uno dei due posti di consigliere del Csm (in rappresentanza dei pubblici ministeri), lasciati vacanti, prima della scadenza naturale, per via delle dimissioni di Antonio Lepre e Luigi Spina provocate dallo scandalo sulle nomine dei capi di alcuni uffici di procura. Spina, per inciso, è indagato per rivelazione di segreto d’ufficio e di favoreggiamento perché avrebbe informato il pm romano Luca Palamara, al centro dello scandalo, dell’esistenza dell’inchiesta di Perugia che ha scoperchiato i tentavi di condizionamento di alcune nomine. Lepre, invece, non è indagato ma il suo nome è saltato fuori dall’intercettazione che ha catturato una cena, in cui si parlava di nomine di procuratori, cui presero parte Palamara, alcuni consiglieri del Csm (tutti poi dimessisi, incluso il reticente Paolo Criscuoli) e i parlamentari del Pd Luca Lotti e Cosimo Mattia Ferri (quest’ultimo di recente è entrato in ‘Italia viva’ di Matteo Renzi).

Sostituire Lepre e Spina ha richiesto elezioni suppletive perché, in occasione delle elezioni del Csm, per 4 posti disponibili per i pubblici ministeri si presentarono soltanto quattro candidati. Tra poche ore si riapriranno le urne. E, stavolta, la partecipazione dei candidati è stata ampia, come chiedeva e sperava l’Associazione nazionale magistrati soprattutto allo scopo di dimostrare che le candidature non sono ‘calate dall’alto’ e che i posti da consigliere del Csm non sono decisi a tavolino dalle correnti.

La parola d’ordine, mai come oggi, è trasparenza e proprio in ragione di questo principio lo scorso 15 settembre i sedici candidati si sono presentati in diretta streaming, condensando in 15 minuti ciascuno il proprio programma, le motivazioni per le quali hanno deciso di scendere in campo. Partendo da questi interventi, Giustizia News24 ha deciso di dedicare uno spazio a ciascuna ‘presentazione’, che sarà consultabile cliccando sul link che accompagna i nomi, elencati di seguito, di ogni candidato.

(Per ragioni esclusivamente tecniche i link interni e relativi a ciascun candidato saranno inseriti a partire dalle 16.45 e aggiunti a scaglioni. L’aggiornamento si concluderà entro sabato mattina 5 ottobre).

CHI SONO I 16 CANDIDATI:

venerdì, 4 Ottobre 2019 - 16:35
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