Elezioni al Csm, Anna Canepa (pm Dda a Roma) punta sul rigore: «Recuperare il senso del dovere morale»

Anna Canepa, pm Dda Roma, candidata alle elezioni suppletive del Csm per il posto di consigliere in rappresentanza dei pubblici ministeri

Recuperare il «senso del dovere morale» per fare ripartire l’Italia e «restituire all’intera magistratura il senso dell’appartenenza e dell’orgoglio». Anna Canepa, sostituto procuratore antimafia a Roma e venti anni fa pm della Dda in Sicilia (da dove, all’indomani della strage di Capaci, fu allontanata per ragioni di sicurezza perché fu sventato un attentato ai suoi danni) si è presentata così ai magistrati come candidata alle elezioni suppletive per il posto di consigliere al Csm in rappresentanza dei pm. Canepa, esponente della corrente progressista Area, ha incentrato buona parte del suo discorso sulla necessità di ripensare il sistema di valutazione delle nomine degli incarichi direttivi e semidirettivi, anche alla luce del recente scandalo che ha colpito il Csm e che ha porto alla luce «bieche logiche di potere». «Dobbiamo ripartire – ha detto Canepa – Il Csm va trasformata in una casa di vetro e trasparente».

Ma come? Per il pm è necessaria la «calendarizzazione delle pratiche in particolare in materia di nomine. dobbiamo dare coerenza e trasparenza alle decisioni consiliari. Ritengo che il comune denominatore debba essere la valorizzazione delle esperienze professionali maturate da valutare in relazione al posto di coprire». Per centrare questo obiettivo secondo Anna Canepa è importante «potenziare il ruolo della commissione che si occupa di valutare incarichi direttivi e semidirettivi; è necessario avviare forme di interlocuzione con i magistrati dell’ufficio per acquisire ulteriori elementi di conoscenza; spostare il baricentro sull’efficienza del servizio reso». Rispetto, invece, all’attuale tema della riforma del Csm che passi anche per l’elezione dei consiglieri a mezzo sorteggio, Anna Canepa si è detta contraria «perché è un sistema assolutamente non costituzionale».

Contrarietà è stata espressa anche rispetto all’ipotesi di abolire la figura del procuratore aggiunto: «E’ una figura che serve per bloccare forme di gerarchizzazione dell’ufficio e garantire la partecipazione democratica negli uffici di procura». Il pm antimafia si è detta, infine, favorevole all’opportunità che «i programmi organizzativi di una procura passino per il Csm», questo per evitare alcune scelte solitarie fatte dai procuratori non sempre ritenute condivisibili. Ultimo punto: sui magistrati fuori ruolo e sulla loro eventuale nomina in posti apicali, una volta rientrati dall’esperienza ‘politica’, Anna Canepa non ha mostrato una posizione di chiusura. Anzi: «Non sono per la demonizzazione dei magistrati fuori ruolo, sempre che si prenda in considerazione il metodo con cui sono stati chiamati ad assumere l’incarico e la maggiore o minore vicinanza alla politica dell’incarico stesso, e la durata dell’incarico».

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venerdì, 4 Ottobre 2019 - 16:37
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