Elezioni al Csm, il pm antimafia De Falco: «Spezzare il gioco e il giogo delle correnti e recuperare i valori della funzione»

Francesco De Falco
Il pm della Dda di Napoli Francesco De Falco
di Manuela Galletta

Francesco De Falco, pubblico ministero della Dda di Napoli, parla undici minuti soltanto, contro i 15 concessi, conquistando così il podio dell’intervento più breve tra i 16 che si susseguono nell’inedita liturgia di presentazione (quasi tutti hanno sforato, seppur di poco), via streaming, dei candidati alle elezioni suppletive del Csm che si terranno tra domenica 6 e lunedì 7 ottobre. Chi lo conosce non resta sorpreso, perché De Falco, 58 anni e una vita in magistratura, è un uomo che predilige i fatti, un pm che non insegue i riflettori, pur avendo firmato, nei suoi 9 anni di pm dell’Antimafia, importanti inchieste dall’eco nazionale come quella sulla «paranza dei bambini».

La sua candidatura, spiega, «è arrivata dal basso», è arrivata sulla spinta di tanti colleghi napoletani iscritti oppure no alle correnti che apprezzano il suo rigore e la sua serietà. E lui, che non ha mai ricoperto cariche associative né svolto attività associative, ha deciso di «metterci la faccia». Ha deciso di provare a dare il suo contributo per spezzare «il gioco o il giogo delle correnti». «Siamo di fronte ad una crisi di sistema e dunque è necessario che non vi siano delle risposte soltanto di compromesso – esordisce – Sarà anzitutto necessario introdurre nuove norme per regolare il rapporto tra associazionismo giudiziario e candidabilità al Csm; sarà necessario prevedere precise incompatibilità temporanee ed evitare così la piaga del carrierismo giudiziario. Sarà  necessario sin da subito modificare l’attuale sistema elettorale del Csm».

Contestualmente a questi interventi De Falco ritiene che sia prioritario «riportare al centro i valori che devono ispirare la nostra funzione». Valori ai quali lui si è sempre ispirato: «L’equilibrio, il pluralismo democratico, il senso del dovere, l’abnegazione, lo spirito di servizio, il coraggio nell’esercizio delle funzioni, l’indipendenza della funzione giurisdizionale, la cultura della giurisdizione comune a pubblici ministeri e giudici, la qualità dei provvedimenti». Quindi una critica aperta a ciò che è stato il Csm sino ad oggi: «Vengono sanzionati sul piano disciplinare giudici per un ritardo nel deposito della sentenza senza guardare alla qualità e alla quantità del lavoro che il giudice svolge, senza guardare alle condizioni di lavoro di quel giudice, alle carenze di organico e del personale amministrativo. E magari si sorvola su condotte di palese collateralismo».

E’ invertendo la rotta che, per De Falco, sarà possibile «combattere la subalternità al modello culturale fondato sul carrierismo, sulla garanzia dell’ombrello disciplinare a qualunque costo, anche per i colleghi che hanno commesso le peggio cose; sull’attenzione esasperata al dato statistico, sulla burocratizzazione delle funzione; su una visione solo formalmente democratica ma sostanzialmente gerarchica della magistratura a cominciare dall’ufficio di procura». Un progetto chiaro, quello di De Falco. Un progetto che il pm vuole portare avanti pur consapevole del fatto che, una sua eventuale elezione, gli precluderà una promozione: «Ho 58 anni e, ove mai fossi eletto, quasi certamente concluderei la carriera come sostituto: questa consiliatura dura tre anni, al termine della quale ci sarebbe una incompatibilità temporanea per ricoprire incarichi direttivi se dovesse passare la riforma sulle incompatibilità temporanee che io condivido».

Per De Falco, dunque, questa sfida da indipendente non è a costo zero e per questa ragione acquista maggiore valore. «Ho deciso di mettermi al servizio di tutti i magistrati italiani, con passione e ascolto. E nel caso in cui venissi eletto, non sarei il rappresentante dei magistrati di Napoli. Io mi sento il candidato di tutti. la mia idea di consigliere è quella di un consigliere dinamico che dialoghi coi magistrati di tutti i distretti, principalmente quelli già piccoli e di maggiore sofferenza. Penso ai colleghi del Triveneto, dove ci sono magistrati che lavoravano con una produttitivà e una velocità straordinaria, pur avendo scoperture del personale amministrativo dell’80 per cento. Il mio impegno sarà votato ad una rinnovata responsabilità per coltivare i valori dell’indipendenza e del non collateralismo alla politica».

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venerdì, 4 Ottobre 2019 - 19:42
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