Elezioni al Csm, la rivoluzionaria Tiziana Siciliano: «Abolirei i gruppi consiliari»

Il procuratore aggiunto a Milano Tiziana Siciliano
di Gianmaria Roberti
Tiziana Siciliano è in magistratura da 33 anni e «per 29 ho fatto il pm, vengo dalla gavetta». Il procuratore aggiunto di Milano, il cui nome – mediatamente parlando – è legato ai casi Ruby ter e Dj Fabo (parlando delle drammatiche condizioni di Fabiano, disse: «Viene da chiedersi se questo è un uomo») presenta così la sua candidatura al Csm.  «Quando dall’assemblea dell’Associazione magistrati di Milano è uscito il mio nome come possibile candidato – racconta – la prima persona stupita ero io. Per tutta la mia carriera non ho mai svolto attività associativa né ho avuto incarichi al di fuori del lavoro quotidiano».
Questo è l’incipit per proclamare: «La mia indipendenza, più che garantirla io, la può testimoniare la mia attività lavorativa». Siciliano spiega di non appartenere «a correnti o gruppi cui possa essere riferita, non perché ci trovi qualcosa di male. Anzi sono una forte sostenitrice dell’associazionismo del magistrati, dei luoghi di crescita culturale». La sua linea di confine è un’altra. «Non voglio che le correnti – afferma – abbiano una così forte rappresentatività all’interno del Csm. In caso di elezione non apparterrò ad alcun gruppo consiliare, ma dico di più: non voglio che nemmeno ci siano i gruppi consiliari».
Le ragioni della sua candidatura risiedono nella «crisi di fiducia profondissima dall’esterno nei nostri confronti» e nel «grosso scoramento da parte dei colleghi», originati dallo scandalo di Palazzo dei marescialli. «Credo che una candidatura come la mia e di altri – sostiene – potrebbero essere un fortissimo segnale esterno di comprensione dei nostri errori e tentativo di modificare le cose. Quello che è accaduto e ci ha fatto orrore, altro non è che l’emersione di un sistema e di un disagio che già turbava profondamente molti di noi». Il suo programma si fonda su uno slogan: «Trasparenza, trasparenza, trasparenza». Un esplicito richiamo al triplice «resistenza» del pg di Milano, Francesco Saverio Borrelli, nello storico discorso all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2002.
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venerdì, 4 Ottobre 2019 - 16:36
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