Elezioni al Csm, Laurino: «Un consigliere deve impegnarsi nell’attività di alta amministrazione non di politica»

Il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ancona Andrea Laurino
di Gianmaria Roberti
Andrea Laurino, 54 anni, è sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ancona. In magistratura dal ’94, da sempre pm, definisce «una candidatura indipendente» la scelta di correre per uno dei due posti di consigliere del Csm in rappresentanza dei pubblici ministeri.
Presentandola in diretta streaming lo scorso 15 settembre, Laurino si dilunga sul ruolo dell’organo di autogoverno. «Mi pare un falso problema – spiega – il dilemma tra organo politico o di alta amministrazione. Ci sono le norme che lo connotano nel secondo modo, la mia valutazione di professionale è tecnica. Poi è chiaro che accanto a queste funzioni ci sono quelle che gli attribuiscono un ruolo di coprotagonista nella definizione delle linee di politica giudiziaria».
Tuttavia, la questione è un’altra. «Quello che si deve dire in campagna elettorale è – afferma -: cosa è più importante per un consigliere del Csm: l’attività di alta amministrazione o di politica giudiziaria? Io ritengo che sia prioritaria la prima. E sul Csm siamo tutti d’accordo che debba essere portato a 30 componenti: i lavori sono complessi, i consiglieri devono essere di più». Sul sistema elettorale, dice che «la parola sorteggio a me non piace. Ma l’invito che faccio è di discuterne tutti insieme, fino anche a lacerarci: le declinazioni del sorteggio sono tante, troviamo il sistema elettorale migliore».
Laurino si mostra netto sul tema incompatibilità: «Non si può passare da un carica, dimettendosi, ad un’altra. Deve passare un certo periodo di tempo». Quanto al nodo delle cariche direttive e semi direttive, ritiene che «l’anzianità è da recuperare come parametro di valutazione, non il principale ma concorrendo con gli altri».
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venerdì, 4 Ottobre 2019 - 20:19
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