Elezioni al Csm, Mazzotta (procuratore aggiunto a Firenze): «Impegno contro riforma di stampo illiberale»

Il procuratore aggiunto Gabriele Mazzotta
di Gianmaria Roberti
Una convinzione anima Gabriele Mazzotta, procuratore aggiunto a Firenze candidato per uno dei due posti di consigliere del Csm rimasti scoperti dopo le dimissioni di altrettanti consiglieri colpiti dall’inchiesta di Perugia che ha alzato il velo sulle ingerenze per il controllo delle nomine dei capi di alcuni uffici di procura: «Una grave crisi di ambiguità attraversi i gruppi associati, sarebbe difficile negarlo, pur dovendosi loro riconoscere di aver proficuamente inciso nella storia della magistratura».
Alla platea degli elettori, quindi, spiega: «Ed è per questo che, dopo quasi 40 anni di professione, mio malgrado lontano da un impegno attivo nella magistratura associata, salvo una breve parentesi nella giunta dell’Anm della Cassazione, avverto il bisogno di andare nella direzione contraria a quell’onda impetuosa che rischia di travolgere la stessa sopravvivenza delle istituzioni e le formazioni di aggregazione intermedia che le compongono». Da candidato al Csm, Mazzotta sgombera il campo dai dubbi: «Per tali ragioni non sosterrò come rimedio il divieto per decreto dei gruppi associati, destinato peraltro ad una inevitabile inefficacia». D’altro canto, si dichiara «contento che un gruppo di magistrati toscani di Area abbia proposto di candidarmi, perché condivido un pensiero di magistratura aperta alla società, attenta ai valori costituzionali, tra i quali principalmente quello di solidarietà». Non è una enunciazione di principi.
«Attorno ai quei valori – dice Mazzotta (schierato da Area) – è necessaria una magistratura coesa e preparata, autonoma e indipendente, rassicurata dall’esistenza di un organo capace di costituirne il presidio. Proprio per questo un organo costituzionale, in quanto gravato dal potere-dovere di esprimere il proprio indirizzo politico in materia giudiziaria». E non in ultimo, avverte «l’esigenza di segnalare un pericolo incombente: le proposte di riforma si presentano oggi con contenuti minacciosi e illiberali, pronti a rimettere in discussione gli stessi pilastri del modello di Stato».
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venerdì, 4 Ottobre 2019 - 20:20
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