La semplice riqualifica non è sufficiente, occorre che le barriere siano completamente sostituite. A queste conclusioni è giunto il gip del tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone, che ha respinto l’istanza di dissequestro temporaneo delle barriere a bordo ponte dei 12 viadotti autostradali compresi nel tratto della A16 Napoli-Canosa tra i caselli di Baiano e Benevento. L’istanza era stata avanzata dai legali di Autostrade per l’Italia l’opera di riqualifica presentata con un progetto complessivo sulla rete da circa un miliardo di euro sarebbe sufficiente a consentire il dissequestro, mantenendo gli standard di sicurezza stradale.
Una tesi che il gip ha respinto, anche alla luce del parere negativo espresso dai pm Rosario Cantelmo e Cecilia Annecchini, che conducono le indagini su i due filoni scaturiti dal processo per l’incidente del 2013, nel quale persero la vita 40 persone a bordo di un bus turistico che perse il controllo e precipitò dal viadotto Acqualonga della A16. I due magistrati hanno acquisito documentazione presso il Ministero delle Infrastrutture senza trovare riscontri positivi e attività di controllo sul piano di riqualifica presentato da Aspi.
D’altro canto la società concessionaria della rete autostradale insiste sull’efficacia dei sistemi di ancoraggio delle barriere. Un tema dibattuto a lungo e al centro di ben 4 perizie durante il processo per la strage del bus. In base alle decisioni del gip di Avellino, il dissequestro delle barriere con la riapertura delle carreggiate, interdette per motivi di sicurezza, può avvenire solo con la sostituzione delle misure di protezione.
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venerdì, 4 Ottobre 2019 - 18:23
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