Elezioni Csm, il ‘rottamatore’ De Tommasi: «Premio per i giovani magistrati delle sedi disagiate, stop privilegi nel Csm»

Il pm di Milano Francesco De Tommasi
di Manuela Galletta

Francesco De Tommasi, oggi pm a Milano ma con un passato nelle procure di Forlì, Catanzaro e Torre Annunziata, si rivolge ai «magistrati che sono scontenti, che si sentono esclusi», si rivolge a quei magistrati «che non hanno nessuna opportunità professionale, a quelli per i quali le circolari si applicano al millesimo». A loro, dice, c’è «un’alternativa possibile» per restituire al Consiglio superiore della magistratura la sua cararatterizzazione di «alta amministrazione» ripulirlo dalle «logiche spartitorie, di lottizzazione alle quali siamo abituati e che trovano riscontro nelle annullamenti da parte del giudice amministrativo che si susseguono in maniera preoccupante e patologico».

Quarantacinque anni, De Tommasi corre da indipendente nelle elezioni che si terranno domenica 6 e lunedì 7 ottobre per due posti di consigliere al Csm in rappresentanza dei pubblici ministeri. Ha deciso di proporsi e di proporre le sue idee all’elettorato perché crede, fermamente, di potersi impegnare, qualora fosse eletto, «contro le correnti per quello che sono divenute adesso». E il ritratto che De Tommasi fa delle correnti è impietoso, disarmante e preoccupante: «Le correnti sono divenute dei centri di gestione del potere. Hanno occupato tutto: il Csm, i consigli giudiziari, il ministero della giustizia. Si spartiscono tutto, dai grandi incarichi alle briciole, quello che molto spesso vengono distribuite tra i tanti magistrati in modo clientelare». Per spezzare questo circolo vizioso De Tommasi ritene che si debba ripartire da «poche norme chiare, oggettive e trasparenti, procedure rapide, snelle, veloci, per assicurarne l’osservanza anche da parte dei capi degli uffici», questo anche allo scopo di evitare che le discriminazioni sul posto di lavoro passino sotto traccia come, dice, talvolta accade. «Lo sanno tanti magistrati che presentano osservazioni contro le discriminazioni. I consigli giudiziari dove il gioco delle correnti è più sottile e subdolo che in altri luoghi trovano una soluzione di compromesso», puntualizza.

Ritiene, ancora, De Tommasi che «vanno rivisti i rapporti tra scuola superiore della magistratura e com: a tutti va consentito di cimentarsi in esperienza didattiche». Sui ‘fuori ruolo’: «Più opportunità a tutti». Sui magistrati segretari: «Lo sappiamo che vengono scelti con il manuale Cancelli. Occorre sostituirli con funzionari di carriera, come prevedeva una legge di diversi anni fa rimasta inattuata o, almeno, prevedere una prova in materia di ordinamento giudiziario per poter accedere a tale tipologia di incarico». Sulla Scuola Superiore della Magistratura: «Consentire a tutti i colleghi la possibilità di potere fornire il loro contributo alla Scuola». E poi una proposta mirata rivolta a sostenere i giovani magistrati: «Bisogna smettere di prendere in giro i giovani magistrati, ci sono luoghi dove nessuno vuole andare. Allora, io propongo che chi lavora in certi uffici dove nessuno vuole andare, deve avere anzianità doppia per ogni anno di servizio dal momento della presa di possesso e se resta deve avere anche un incentivo economico, senza distinzione. bisogna individuare aree geografiche, non in base agli uffici».

E poi, ancora, «abolizione della cosiddetta settimana bianca dei consiglieri del Csm, che è una settimana durante la quale non lavorano»; periodo di ‘decantazione’ per i magistrati che sono stati nel Csm con conseguente impossibilità per gli stessi di partecipare ai concorsi per posti dirigenziali nonché di ottenere incarichi fuori ruolo; abolizione dell’immunità dei consiglieri del Csm per i voti dati; riduzione dello stipendio dei consiglieri del Csm». Sono queste alcuni dei principali punti del programma del pm De Tommasi. Tutti ispirati ad un motto: «Un’alternativa è possibile».
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sabato, 5 Ottobre 2019 - 14:14
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