«Se vai via, mi uccido e uccido anche te», l’ultima minaccia prima dell’omicidio: Zina uccisa dal marito col quale aveva 2 bimbe

Zina Solonari
Zinaide Solonari, 36 anni di origine moldava, uccisa tra sabato e domenica dal marito

L’agguato teso alla moglie, l’aggressione, l’omicidio e poi la fuga. Una fuga terminata ieri sera quando lui, Maurizio Quattrocchi, ha deciso di consegnarsi ai carabinieri.

Bergamo è una città sotto choc. Zinaide Solonari, 36 anni di origine moldava, è stata uccisa con 16 coltellate nella notte tra sabato 5 e domenica 6 ottobre. E’ stata uccisa dall’uomo con il quale aveva vissuto per diverso tempo al quarto piano di una palazzina di Cologno al Serio (in provincia di Bergamo) e dal quale aveva avuto due bambine, una di otto e una di 12 anni. Una terza figlia, di 16 anni, era invece nata da una precedente relazione.

Nell’ultimo mese tra Zina, così gli amici la chiamavano, e Maurizio qualcosa si era rotto. Ad una amica aveva confidato che il compagno era diventato prepotente, che aveva iniziato a minacciarla: «Se tu vai via, io mi uccido e uccido anche te», le aveva detto. Zina aveva anche chiamato i carabinieri, perché il 47enne era diventato aggressivo. Non lo ha denunciato, ma i militari le avevano consigliato di allontanarsi e di andare a vivere altrove. Zina aveva fatto così, insieme alle figlie si era trasferita dalla sorella, non lontano da casa, in una palazzina dove vivevano anche il cognato e il fratello del cognato.

E’ qui che Maurizio le ha teso un agguato. L’ha aspettata al buio di notte fino a quando, dopo le due, Zina è tornata dal lavoro (faceva la cameriera). La 36enne ha parcheggiato la sua Jeep Cherokee alla sinistra del cancelletto ed è riuscita a percorrere solo tre metri prima che lui l’aggredisse con un coltello da cucina e la ferisse al collo con almeno due fendenti. Colpi violenti che però non le hanno fatto subito perdere conoscenza. E’ riuscita infatti a gridare “aiuto”, e lanciare urla che hanno fatto uscire vicini e parenti mentre Maurizio già si allontanava.

A questo punto sono iniziate le ricerche dell’uomo. I carabinieri hanno seguito inizialmente le tracce del suo cellulare, fino a quando è rimasto in funzione, cioè fino a ieri mattina. Di aiuto sono state, oltre ad alcuni sistemi di localizzazione, le segnalazioni di alcuni testimoni che avevano visto la macchina di colore fra il grigio e il canna da zucchero. I carabinieri hanno allestito una serie di posti di blocco ‘a ragno’ per bloccargli ogni via di fuga fra Calcio e Martinengo. Lo hanno in pratica accerchiato. Quando ha capito che non aveva nessuna possibilità, Quattrocchi hai è costituito: mentre stava per entrare nella caserma di Martinengo, alcuni militari in borghese lo hanno bloccato. Portato poi alla caserma di Treviglio è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato, in attesa di essere trasferito in carcere a Bergamo. Già nella giornata di oggi il pm Letizia Ruggeri chiederà al gip la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere.

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lunedì, 7 Ottobre 2019 - 09:22
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