Dinanzi ai giudici della Corte d’Appello di Milano Roberto Maroni, ex governatore della Lombardia, ribadisce la cortezza del suo operato e respinge con forza l’accuse di turbata libertà del contraente e di induzione indebita relative a presunti favoritismi a due ex collaboratrici al fine di farle lavorare con Expo: «Nella mia lunga attività politica e istituzionale non ho mai preteso e imposto nulla a nessuno. Non ho mai preteso e imposto di assumere Mara Carluccio né di violare una norma secondaria figuriamoci una legge penale».
Ma il sostituto procuratore generale Vincenzo Calia che sostiene l’accusa in giudizio è di avviso diverso: Maroni, è la conclusione del magistrato, sponsorizzò la sua ex collaboratrice Mara Carluccio per un incarico in Expo (il reato è quello di turbata libertà del contraente) ed effettuò pressioni illecite su Expo perché la società spesasse un viaggio a Tokyo a un’altra sua collaboratrice, Mariagrazia Paturzo (il reato è quello di induzione indebita). Per questa ragione il pg, al termine della requisitoria, ha chiesto ai giudici di condannare Maroni per tutte e due le ipotesi di reato di contestate. Invocata una pena di due anni e sei mesi. Il pg ha, dunque, ritenuto di coltivare l’appello presentato dalla procura avverso la sentenza di primo grado che stabilì la condanna di Maroni solo per una delle imputazioni, quella di turbata libertà del contraente, mentre fu disposta l’assoluzione perché il fatto non sussiste per il reato di induzione indebita.
Prima della requisitoria del pg, Maroni ha reso in aula dichiarazioni spontanee nel corso delle quali ha chiarito che «non ho mai incontrato, né telefonato a Brugnoli (ex direttore di Eupolis, ndr) né per sponsorizzare la Carluccio né per altri motivi, neanche per interposta persona. Ero a conoscenza dei noti ritardi organizzativi del 2014 su Expo e che esistevano diverse iniziative da organizzare e carenza di persone qualificate, ritenevo e ritengo la Carluccio una persona giusta per queste necessità». Sulla Carluccio, Maroni ha aggiunto che si tratta di «una persona competente e preparata nel settore della sicurezza, al Viminale con me ministro aveva organizzato eventi internazionali. Infine non ho mai saputo di procedure amministrative rivolte o indirizzate a una consulenza della Carluccio».
Per l’accusa, però, l’incarico venne «confezionato ad hoc sul curriculum» della Carluccio, «come dimostrano i numerosi indizi raccolti», in tal senso ciò determina «un danno» per la pubblica amministrazione dato che andava fatta una gara pubblica. Il pg ha chiesto la conferma delle richieste avanzate in primo grado anche per Giacomo Ciriello (2 anni e 2 mesi) ex capo della segreteria politica di Maroni. In aula Ciriello si è difeso, con delle dichiarazioni spontanee, ricordando l’«esigenza» di avvalersi di persone conosciute e preparate e che «non è emerso nulla che riguardasse questa vicenda» da quanto a lui sequestrato.
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lunedì, 14 Ottobre 2019 - 16:42
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