Dna amara per il pm Catello Maresca, Nino Di Matteo frena la sua corsa

Il magistrato Catello Maresca (foto Kontrolab)

Ancora una volta il pm Catello Maresca, il cui nome è indissolubilmente legato alla cattura del superboss dei Casalesi Michele Zagaria, potrebbe vedere sfumata l’ipotesi Direzione nazionale antimafia. E, questa volta, a fermare la sua corsa potrebbe il neo consigliere del Csm Nino Di Matteo, entrato nel ‘parlamentino’ da indipendente (ma con il sostegno della corrente ‘Autonomia & Indipendenza’) con le elezioni suppletive tenutesi a inizio a mese.

Nella seduta del plenum di mercoledì 16 ottobre, infatti, Di Matteo e il consigliere Sebastiano Ardita (quest’ultimo di Autonomia & Indipendenza) hanno proposto a sorpresa un nuovo nome da valutare per il posto che sembrava essere di Catello Maresca. Ma andiamo con ordine: la Commissione aveva proposto ben tre nomi per il posto disponibili in Dna. Su due di questi le proposte sono sovrapponibili: si tratta di Roberto Maria Sparagna, il pm che a Torino ha condotto diverse inchieste sugli anarchici e per questo è stato destinatario di minacce, e Giuseppe Gatti, magistrato della Dda di Bari.

Sul nome di Maresca, invece, la discussione si è infiammata. La Commissione ad amplissima maggioranza (5 voti a favore, compreso quello di Ilaria Pepe di Autonomia e Indipendenza, la corrente che ha candidato Di Matteo e in cui “milita” Ardita) aveva proposto che il terzo candidato fosse Catello Maresca, mentre la sola consigliera di Magistratura Indipendente Paola Braggion aveva indicato Calogero Piscitello, ora sostituto procuratore a Palermo ma sino a qualche mese fa responsabile della Direzione dei detenuti del Dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria. Di Matteo e Ardita chiedono ora di fare entrare nella rosa un nuovo nome: quello di Domenico Gozzo, attualmente sostituto Pg a Palermo. Da procuratore aggiunto a Caltanissetta fu lui a far riaprire le indagini sulla strage di via D’Amelio e scoprire il depistaggio, realizzato con il falso pentito Scarantino, costato l’ergastolo a sette innocenti. Questo colpo di scena ha spinto il plenum a rinviare i lavori al 6 novembre.

domenica, 20 Ottobre 2019 - 15:01
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