Lame, telefonini e tabacco nelle celle del carcere di Bollate, l’ira dei sindacati: «Agenti penitenziari senza mezzi»

Carcere

Perquisizione nel carcere di Bollate, spuntano coltelli, lame ed un telefono cellulare. Lo rende noto Alfonso Greco, segretario generale per la Lombardia del Sappe, Sindacato autonomo della polizia penitenziaria. Gli agenti questa mattina hanno effettuato le perquisizioni all’interno delle sezioni detentive dell’istituto di pena trovando del materiale pericoloso non consentito all’interno di una delle celle occupata da soli detenuti stranieri.

Sotto sequestro sono finiti un telefono cellulare, delle lame affilate, un punteruolo, un cacciavite. Ma nel corso della perquisizione gli agenti della polizia penitenziaria hanno scovato anche più di cinquanta buste di tabacco probabilmente utilizzato per traffici illeciti.

«Il Sappe- dichiara Greco- rinnova la richiesta al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di interventi concreti come, ad esempio, la dotazione ai Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani».

«Il rinvenimento è avvenuto – spiega Donato Capece, Segretario Generale del Sappe – grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità del personale in servizio. Sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la polizia penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo».

Capece fa riferimento ad una comunicazione ministeriale dello scorso maggio con cui si dava notizia che «il Servizio Telecomunicazioni del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziari aveva ultimato la consegna degli apparati inibitori di comunicazioni cellulari a tutti i Provveditorati. A breve si sarebbe dovuta dare l’adeguata e pertinente formazione del personale individuato per l’utilizzo e il funzionamento di tali apparecchiature. Ma non risulta che tali apparecchi siano stati dati in uso alla Polizia Penitenziaria di Bollate».

 

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mercoledì, 23 Ottobre 2019 - 18:26
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