Elezioni in Umbria, la prima grande sfida e l’importanza dell’esito del voto dopo l’accordo giallorosso imposto agli elettori

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L’appuntamento di domenica in Umbria non sarà la semplice elezione di un Consiglio regionale. Non sarà la semplice ‘contesa’ tra forze politiche contrapposte. Il voto di domenica è più che mai carico di significato per Lega, Cinque Stelle e Pd, che all’indomani della caduta del Governo, si sono riposizionate cercando adesso conferma nell’elettorato delle proprie scelte politiche.

La scommessa più difficile sarà per Cinque Stelle e Partito democratico, che hanno proiettato in Umbria l’accordo nazionale stretto per scongiurare le elezioni politiche ed evitare una vittoria a mani basse di Matteo Salvini che era sulla cresta dell’onda. Dopo le iniziali reticente dei grillini, i due partner di governo sono riusciti a trovare un’intesa per fare fronte comune contro la Lega anche sul territorio e hanno così schierato un candidato unico, Vincenzo Bianconi, al quale il centrodestra unito (Lega, Fdi e Fi) oppone la senatrice leghista Donatella Tesei. Se l’intesa, tutto sommato, s’è raggiunto con una certa facilità, la parte più complicata sarà fare digerire l’unità di intenti ai rispettivi elettorati.

In Umbria, infatti, il quadro è complesso. L’ultima giunta in sella era quella guidata da Catiuscia Marini, eletta due volte Presidente della Regione nel 2010 e nel 2015. In primavera sulla giunta Marini si è abbattuto un terremoto giudiziario: il segretario del Partito democratico dell’Umbria, Gianpiero Bocci, e l’assessore regionale alla Salute, Luca Barberini, sono finiti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’indagine della procura di Perugia sulle irregolarità che sarebbero state commesse in un concorso per assunzioni nella sanità. Tra gli indagati anche la presidente della Regione Catiuscia Marini. Lo scandalo ha causato le dimissioni della Marini e dunque lo scioglimento anticipato della legislatura. Ad aprile Cinque Stelle e Partito democratico non era ancora partner di governo. L’esecutivo politico vedeva insieme grillini e Lega, col Pd impegnato in un tentativo quotidiano di contestazione ai gialloverdi. Lo scandalo, ovviamente, mise grillini e Carroccio in una posizione di forza. Soprattutto i grillini. Non va dimenticato che l’inchiesta sulla ‘Sanitopoli umbra’ è partita infatti da una denuncia presentata nel 2016 alla Guardia di Finanza proprio dal Movimento Cinque Stelle. Dopo gli arresti Luigi Di Maio attaccò duramente il Pd affermando che «ha usato in tutti questi anni la sanità come bancomat del partito. Lo dimostra l’Umbria in cui si vantavano al telefono di vantare un reato ogni cinque minuti».

La rivalità era evidente, fortissima. Anche perché ad aprile, a seguito dell’inchiesta, il Movimento Cinque Stelle già si proiettava alla guida della Regione umbra. Poi pochi fa non solo Pd e grillini hanno raggiunto un accordo di «necessità» al governo, ma hanno pure deciso di replicare sui piani locali il modello giallorosso, decidendo di partire proprio da quella Regione dove se le sono suonate per mesi sul ring di un’inchiesta giudiziaria. Un azzardo. La base dei grillini è quella che ha digerito peggio la decisione dei vertici. Le critiche non sono mancate, e sono arrivate pure le defezioni: l’11 ottobre Patrizia Braghiroli, consigliere comunale a Terni ed entrata da attivista nel Movimento sette anni fa, ha sbattuto la porta e se n’è andata. Tra le motivazioni che l’hanno indossa a lasciare ci sono «le ultime vicende nazionali» (ossia l’accordo giallorosso), «vicende ripetute anche a livello regionale a causa di scelte imposti da pochi e senza confronto alcuno». «Mi sono sentita tradita da tutto e da tutti. Il Movimento è diventato un partito politico a tutti gli effetti. Prendono in giro sé stessi e gli elettori», ha aggiunto Braghiroli.

La Lega ovviamente non ha mancato di cavalcare questa ‘forzata’ alleanza, accusando Pd e soprattutto Cinque Stelle di «incoerenza», di essere dei «voltagabbana». E su questo, sul malcontento palpabile che serpeggia nelle basi dei due partiti, Matteo Salvini ha costruito la sua campagna elettorale. Lui si dice certo di vincere la scommessa: da settimane va ripetendo che Pd e Cinque Stelle prenderanno in Umbria una «batosta che ricorderanno per i prossimi 50 anni».

E’ proprio per questo complesso scenario che il voto in Umbria sarà più che mai determinante. Per la prima volta, gli elettori saranno chiamati ad esprimere un giudizio su questa alleanza giallorossa imposta dall’alto. Per la prima volta gli elettori dei ‘dem’ e dei grillini saranno chiamati a giudicare se, pur di tenere la Lega lontana dai Palazzi, si è disposti a farsi governare anche da un partito con il quale sino al giorno prima non sembrava esserci alcunché in comune. Il conto alla rovescia comincia dunque adesso. Domenica in Umbria si aprono le urne.

venerdì, 25 Ottobre 2019 - 17:10
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