La congiura di Palazzo San Giacomo svelata da Repubblica sveglia le opposizioni: mozione di sfiducia al sindaco

Luigi de Magistris
Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris (foto Kontrolab)

La congiura di Palazzo San Giacomo si consuma tra una commissione consiliare e l’altra. Sette consiglieri di maggioranza, appartenenti ad Agorà, Verdi e Riformisti democratici, progettano di fare cadere la giunta, mettere un punto al governo De Magistris ed andare al voto a maggio «perché noi teniamo i voti per essere eletti un’altra volta»: tra i protagonisti sono Gabriele Mundo dei Riformisti, Stefano Buono e Marco Gaudini dei Verdi, Ciro Langella e Carmine Sgambati di Agorà. «Siamo pronti a tutti», dice uno di loro. «Lo logoriamo giorno per giorno», «lo snelliamo», aggiunge qualcun altro. Il piano prevede anche screditare Auricchio, «che ha avuto il mandato di ucciderci»: «Dobbiamo dimostrare che (Auricchio, ndr) ha fallito. Lo voglio dimagrire», ragiona un altro nel corso di conversazioni, scandite da espressioni anche molto forti, che credevano fossero private e che, invece, sono divenute pubbliche grazie ad uno scoop del cronista Alessio Gemma di Repubblica Napoli, che è riuscito ad entrare in possesso dell’audio integrale della ‘congiura’ disponibile sul sito della testata.

La pubblicazione della notizia ha un impatto devastante. Quattro dei consiglieri protagonisti di quell’audio si affrettano a recitare il mea culpa e chiedono scusa: Gaudini ha usato persino la sua pagina Facebook per rendere più evidente il passo indietro. Ma il sindaco di Napoli ha già fatto sapere che «con alcuni dei protagonisti prenderemo le distanze anche in maniera formale» e ha avvisato che non farà alcun passo indietro perché «mentre qualcuno pensa al proprio interesse personale, io e la mia squadra pensiamo all’interesse dei nostri concittadini e ai problemi di questi giorni che non sono pochi». «Non mi farò intimidire e pressare da nessuno – ha avvertito – Alcune parti di quell’audio sono inquietanti e non fanno onore alla storia politica di questa città».

Intanto l’opposizione prende coraggio e va all’attacco. Nella giornata di ieri il consigliere comunale della Lega Vincenzo Moretto ha annunciato la presentazione, nella giornata di lunedì 28 ottobre, di una mozione di sfiducia al sindaco di Napoli: «Sono numerose e prioritarie le problematiche e le criticità che incidono da tempo, notevolmente e negativamente, sulla qualità di vita, sulla sicurezza e l’ordine pubblico, sul decoro, sulla salute dei cittadini ponendo la città di Napoli ai livelli più bassi delle varie statistiche e classifiche stilate annualmente», osserva Moretto. Per la Lega l’operato del sindaco de Magistris, in questi tre anni, «ha dimostrato una pochezza politica e amministrativa che è difficile trovare nella storia di Napoli». «De Magistris – ha aggiunto Moretto – si è caratterizzato per gravi inadempienze ai più elementari dettami di correttezza e buona gestione politico-amministrativa, oltre che per gravi inadempienze programmatiche. Lo stato di abbandono in cui versa il nostro Comune è un dato di fatto incontrovertibile”. “La mancanza di programmazione in campo economico ha portato il Comune Di Napoli ad essere fuori da tante importanti linee di progettazione legate ai fondi europei. La frammentazione del quadro politico testimonia – ha detto ancora Moretto – la dissoluzione del vincolo fiduciario che ha legato i consiglieri al sindaco al momento dell’elezione». «Il consiglio comunale non può ulteriormente assistere passivo, solo per tutelare egoisticamente la propria sopravvivenza, a un così grave degrado senza farsi complice di una inaccettabile inerzia delle istituzioni, a tutto danno della comunità e dei cittadini» e, per tale motivo, la Lega ha chiesto la convocazione del consiglio comunale in seduta straordinaria. «Siamo comunque certi che il sindaco rassegnerà le dimissioni ancor prima della discussione di sfiducia. Non potrà fare diversamente altrimenti sarà non solo vittima, ma complice dei suoi carnefici», ha concluso Moretto.

Nella sua battaglia la Lega incontrerà il sostegno certo del Movimento Cinque Stelle, che in Consiglio è rappresentato da Matteo Brambilla e da Marta Matano: «A parte ogni valutazione morale della vicenda – dichiarano Matano e Brambilla – la stessa potrebbe assumere connotati gravi anche sotto i profili amministrativi e giuridici, degna solo del periodo più buio della Prima Repubblica. Dopo aver umiliato e messo in ginocchio una città e una macchina comunale con una gestione presuntuosa, arrogante e incapace nel risolvere anche il più banale dei problemi che ogni giorno affliggono i cittadini, viene oggi alla luce il vero ed unico obiettivo del sindaco e della sua maggioranza: assicurarsi un futuro sulle spalle dei cittadini».

Pronti ad appoggiare la mozione della Lega anche quelli di Forza Italia, guidati dal capogruppo in Consiglio Stanislao Lanzotti e dai consiglieri Mara Carfagna e Salvatore Guangi, e i due consiglieri di Fratelli d’Italia, Andrea Santoro e Marco Nonno.

Meno netta, invece, la posizione del Partito democratico. Da Roma la senatrice Valeria Valente, che è stata consigliere comunale e contestatrice di De Magistris, invita il Pd napoletano ad appoggiare la mozione di sfiducia: «Il sindaco de Magistris di fatto tiene in ostaggio un’intera città in attesa dell’ennesimo rimpasto di Giunta che dovrebbe consentirgli di ricostituire una maggioranza in consiglio che, al momento, non ha. Una situazione di vera e propria emergenza democratica che a mio avviso il Pd napoletano non può ulteriormente tollerare: sono mature le condizioni per assumere ogni opportuna iniziativa, anche nei confronti delle altre forze politiche responsabili, per arrivare a sfiduciare formalmente Sindaco e Giunta e per dare al più presto la parola ai napoletani che non ne possono più della demagogia arancione». Solo i consiglieri dem Diego Venanzoni e Alessia Quaglietta sono intenzionati a cavalcare la mozione di sfiducia, mentre altri tre componenti del Pd – Federico Arienzo, Aniello Esposito e Salvatore Madonna – chiedono al sindaco «di prendere una decisione responsabile e importante, considerando che non ha più una netta maggioranza».

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sabato, 26 Ottobre 2019 - 12:28
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