Strutture fatiscenti e cibo scaduto per i migranti collocati nei centri del Sannio, 36 rinviati a giudizio

Uno sbarco di migranti (Foto Kontrolab)

Si svolgerà il prossimo 7 gennaio il processo a carico di Paolo Di Donato, 49enne di Sant’Agata de’ Goti considerato uomo chiave dell’indagine su un giro di affari e corruzione per la gestione dell’accoglienza di migranti nel Sannio e rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Benevento Loredana Camerlengo. Di Donato ex amministratore del consorzio Maleventum, che comprendeva 12 strutture di accoglienza in diversi comuni sanniti, deve rispondere di associazione per delinquere, falso, turbata libertà degli incanti, truffa, concussione, rivelazione di segreti di ufficio.

Stessi capi di imputazione per Felice Panzone, il funzionario della prefettura che si premurava di avvertire in anticipo di ispezioni e controlli nei centri di accoglienza. Panzone avvisò anche di una visita dei funzionari dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati.

A giudizio pure il carabiniere Salvatore Ruta, in servizio a Montesarchio e Giuseppe Pavone, impiegato nella procura di Benevento, che insieme avvertirono Di Donato delle indagini avviate proprio sulla sua gestione. Con loro amministratori, dipendenti, collaboratori e anche un ex funzionario dell’ufficio immigrazione della questura di Benevento, Lucio Di Maio. Prosciolto il 40enne Antonio Calvano di Frasso Telesino.

L’indagine partì dai riscontri su alcune strutture e dalle verifiche su alcuni appalti. I controlli della Digos di Benevento svelarono come venivano accolti i migranti: in strutture fatiscenti, senza servizi igienici, ammassati in strutture che non potevano contenere un elevato numero di ospiti e soprattutto rifocillati con alimenti scaduti o in pessime condizioni.

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giovedì, 31 Ottobre 2019 - 19:42
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