Cascina esplosa ad Alessandria, ascoltato il proprietario; il ricordo dei tre vigili del fuoco rimasti uccisi

Da sinistra: Nino Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo. Sono i tre vigili del fuoco morti nell'esplosione della cascina ad Alessandria

Ciò che resta della cascina di Quargnento ad Alessandria è un cumulo di legna bruciata e ammassata. L’ha sventrata un’esplosione. Un’esplosione pianificata, programmata. Un’esplosione che è costata la vita a tre vigili del fuoco: Matteo Gastaldo, 46enne di Alessandria, Marco Triches di 38 anni, entrambi di Albenga (in provincia di Savona), e il 32enne Antonio Candido di Reggio Calabria.

La procura di Alessandria ha già aperto un fascicolo di indagine ed ha avviato le prime audizioni. Il proprietario della cascina è stato sentito in mattinata come persona informata sui fatti. «Non ha detto nulla di significativo se non una mera ricapitolazione dei fatti. Sono tutte informazioni che vanno comparate, bilanciate, esaminate, pesate. Siamo ancora all’inizio di questa attività», ha spiegato il procuratore di Alessandria Enrico Cieri che nelle prime ore di stamattina si è recato sul posto dell’esplosione. Presto saranno sentiti anche il caposquadra dei Vigili del fuoco Giuliano Dodero, il vigile del fuoco Luca Trombetta e il carabiniere Roberto Borlengo rimasti feriti nell’esplosione: sono ricoverati in ospedale e il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha fatto loro visita.

Poche, per ora, le certezza. I vigili del fuoco erano intervenuti sul posto a seguito di una segnalazione di un incendio. Ma quando sono giunti dove insiste la cascina si è verificata una forte esplosione che non ha lasciato scampo a tre pompieri. A provocare l’esplosione sarebbero stati degli inneschi rudimentali, che sono stati ritrovati successivamente. Il che lascia ipotizzare che l’incendio sia stato doloso e che sia stato appiccato per attirare i pompieri in una trappola. Il perché di questo folle gesto dovrà essere appurato.

Tantissimi sono stati i commenti di cordoglio rivolti alle famiglie dei tre vigili del fuoco. Antonio Candido, dagli amici chiamato semplicemente Nino, era il più giovane. Aveva 30 anni ed era originario di Reggio Calabria. Candido era entrato da poco nel Corpo dei vigili del fuoco e assegnato al Comando provinciale di Alessandria. Anche suo padre Angelo è un vigile del fuoco, caporeparto in servizio nel Comando provinciale di Reggio Calabria. Il giovane si era sposato ad agosto del 2018 ed era andato a vivere ad Albenga (Savona) con la moglie. Anche una sua zia lavora negli uffici amministrativi del Comando provinciale di Reggio Calabria. La famiglia Candido risiede nel quartiere “Spirito Santo” di Reggio Calabria.

Viveva ad Albenga anche Marco Triches: lascia una figlia di soli due anni. Triches era appassionato di teatro e rugby. Ha un fratello nella Polizia Stradale.

Abitava invece ad Alessandria Matteo Gastaldo, l’ultimo ad essere estratto dalle macerie. Anche Gastaldo aveva una figlia piccola. I genitori sono i proprietari del noto bar Matteo in piazza Dante, a Gavi.

Leggi anche:
– 
Droga, il boss Marco Di Lauro in aula: processo con rito abbreviato per l’ex primula rossa di Secondigliano
– Omicidio Nocerino, il ras Manganiello confessa e si dissocia dai Marino e dagli Amato-Pagano: il pm chiede l’ergastolo
– Un ‘cartello’ per importare la droga dal Pakistan: eseguite 19 misure cautelari
– Matteo Salvini atteso a Napoli, scritte contro la Lega sulla facciata del cinema
– Allarme maltempo con rischio di colate di fango a Sarno: 200 persone evacuate
– Esplode una cascina, 3 morti: ritrovato il corpo del vigile disperso. Scoperti degli inneschi, cresce l’ipotesi del dolo
– ‘Ndrangheta, traffico internazionale di stupefacenti: oltre 70 arresti in tutta Italia
– Esplode una cascina: 2 vigili del fuoco morti e 3 feriti in provincia di Alessandria Si cerca un pompiere disperso | Video
Caso Ilva, levata di scudi del Governo contro la decisione di ArcelorMittal : «Impediremo la chiusura della fabbrica»
Manovra, Mascherin (Consiglio Nazionale Forense): «Scarsa attenzione alle Partite Iva, sì alle detrazioni per spese legali»
Prato, due imprenditori cinesi condannati per «caporalato»: è la prima volta in Italia

martedì, 5 Novembre 2019 - 15:36
© RIPRODUZIONE RISERVATA