Il rapinatore Ennio Proietti è stato ucciso da un colpo di pistola esploso dal complice Enrico Antonelli. E’ quanto emerso dalle riprese delle telecamere di videosorveglianza interne al ‘Caffé Europeo’ di via Antonio Ciamarra, a Roma, dove – lo scorso 5 novembre – Proietti e Antonelli avevano fatto irruzione allo scopo di portare via l’incasso. I colpi esplosi dall’arma di Antonelli, una Colt calibro 38 special, sarebbero tre: uno ha ucciso Proiettili, uno ha ferito il proprietario cinese (è stato colpito al bacino) e uno è andato a vuoto. Dalla pistola di Proietti, una Beretta 98 Fs, è partito invece un solo colpo, ma anche questo è andato a vuoto.
La circostanza emerge dal decreto di fermo della procura che oggi pomeriggio è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari Maria Paola Tomaselli ed è stato convertito in un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. In calce ci sono le accuse di omicidio, tentato omicidio e rapina aggravata. Agli atti del provvedimenti sono riportate anche le dichiarazioni che Antonelli ha reso subito dopo l’arresto: l’uomo ha chiarito che lui e Proietti si erano conosciuti in carcere ad agosto, poi è arrivata l’idea del colpo del ‘Caffé Europeo’ che nelle intenzioni della coppia avrebbe dovuto fruttare 25mila euro. Antonelli all’inizio avrebbe rifiutato e solo in un secondo momento avrebbe accettato a causa delle sue instabili condizioni economiche. Il rapinatore parla di un sopralluogo al bar qualche ora prima del delitto, poi il recupero delle armi insieme al complice e infine della rapina con i volti coperti da caschi e scaldacollo. Il piano sempre secondo quanto dichiarato Antonelli ai magistrati prevedeva che Proietti avrebbe dovuto guardargli spalle mentre a lui doveva portar via i soldi.
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lunedì, 11 Novembre 2019 - 18:11
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